venerdì 24 maggio 2013

CAPITOLO 7 - VIAGGIO NEL MONDO DEL SOGNO FINO ALL'ARCOBALENO

VIAGGIO NEL MONDO DEL SOGNO FINO ALL'ARCOBALENO


Le sette tribù si ritrovarono riunite ai piedi della Grande Montagna, dove si trovava la radura degli Alberi Sacri. Ognuno dei loro componenti prese posto, un essere per ogni tribù sotto un singolo albero, mentre l’albero centrale ne ospitava una coppia di ognuna. L’albero centrale fece stormire le fronde producendo una musica come di violini, le creature si concentrarono chiudendo gli occhi e fecero partire un ponte di luce, il cui punto di arrivo era al di là della loro dimensione: Lluvia, nel mondo dei Grigi. Lluvia, in quel momento stava dormendo, era notte inoltrata. Il sogno era tutto colorato di rosa e lei si ritrovava in un bellissimo giardino molto curato, con un sentiero di sassolini bordato di siepi verdi ben potate in file uguali, al di là delle quali c’erano prati d’erba regolare e alberi di medie dimensioni, molto rigogliosi, qua e là si vedevano aiuole di fiori coloratissimi, dalle più diverse forme. Quello che colpì il suo occhio era la tonalità dei colori, una tonalità carica, come se la vista potesse percepire un pulsare degli oggetti che osservava, come se gli alberi, i fiori, il cielo fossero abitati da una presenza animata. E questa presenza era molto accogliente e rassicurante, rilassante. Le piaceva trovarsi lì, le piaceva il rumore dei passi sui sassolini. Da lontano sentiva arrivare il suono argentino di acqua corrente, “un fiume!” si disse, e si mosse per cercarlo. In quel momento, da un albero si staccò una cometa di mille colori sgargianti e Lucia si fermò incantata. Cos’era quella creatura maestosa nell’aria? Un pappagallo! Un pappagallo …. non ne aveva mai visto uno dal vivo, le girava curiosamente sopra la testa, come se non avesse paura di lei, anzi volesse farsi ammirare in tutto lo splendore. Lluvia era troppo rapita dalla visione per muovere un solo muscolo, nell’attesa di vedere cosa quello strano uccello avesse intenzione di fare. Non si accorse quindi di un altro strano essere che stava risalendo il sentiero. Le sembianze erano umane ma la cosa singolare era che l’essere aveva le dimensioni di un bambino di due anni ma con la postura e l’andatura di un adulto. Andò incontro a Lluvia e la prese per mano con affetto. La stretta era gentile e calorosa. Era una bambina, abbigliata in taffetà rosa e crinoline. Sulla testa calva portava una graziosa coroncina, come quella delle principessine delle fiabe ed arrivava appena alla vita di Lucia, considerando che questa non era poi così alta! Erano però gli occhi quello che sconcertarono maggiormente Lluvia: erano occhi di cielo profondo che emanavano una luce di gioia e pienezza. Lluvia avvertì una sensazione di vertigine nel collegarsi allo sguardo di quella strana bambina. La voce era adulta e melodiosa quando le disse “Ciao Lluvia, benvenuta nella Valle dello Splendore, Ashtalan. Ti stavamo aspettando”. Lluvia fu molto stupita sia per le parole che per l’intera scena a cui stava assistendo. Era cosciente di stare sognando ma tutto sembrava così reale da indurla a dubitare del proprio stato. Riuscì a dire: “Ma che posto è questo?” “Questo è il luogo del cuore e della mente, il luogo del Tutto e dell’Amore, il luogo in cui i sogni umani si avverano e ciò che desideri si materializza. Il luogo della Pace e dell’Armonia, il luogo sacro che tiene viva in sé la fiamma del vostro mondo umano; senza Ashtalan voi umani sareste persi da lungo tempo”.
“Wow! E’ meraviglioso! Ma perché mi trovo qui? Sto sognando, giusto? Mi sembra tutto così reale …”
“Tu sei qui con il corpo del sogno perché è l’unico modo possibile di accesso per voi. Alcuni ci visitano continuamente durante il tempo del sogno e questo è di grande sostegno evolutivo per questi esseri. Venire qui risveglia in loro il ricordo dell’Età dell’Oro, quando voi umani eravate Dei e camminavate orgogliosi lungo i verdi sentieri del vostro pianeta, prima che nascesse l’Epoca del Fumo e che tutto assumesse quella densità così viscosa che oggi vi caratterizza.
Chi arriva qui viene inizialmente selezionato da me, che sono Regina di questo luogo, per aprire la strada del Cuore alla grande Autoespressione, che è il primo passo verso la riacquisizione del vostro antico potere di Dei. Vogliamo risvegliare quanti più esseri possibile per il Tempo della Profezia e i 9 Signori del Tempo mi hanno già dato il consenso per la mia Missione e io ho scelto te.”
“Scelto me per una missione? Ma cosa significa? Io non sono tagliata per le missioni! Sono una persona normalissima, senza alcuna attitudine per l’avventura. E poi ho la mia vita, il lavoro, non posso mollare tutto e partire per chissà quale missione. E poi sei solo un sogno, non esisti nella realtà, quindi che mi preoccupo a fare?”
Fu a quel punto che Lluvia si svegliò di soprassalto:
“Oh mio Dio, che strano sogno! Ma che posto meraviglioso!”
Aveva ancora nel cuore e nella mente quella calma e serenità totale che la piccola Regina le aveva trasmesso. Si rigirò nel letto e provò a riaddormentarsi, magari poteva ritornare in quel luogo stupendo ancora per un po’. Niente da fare, non riusciva più a prendere sonno e dopo qualche ora si alzò stanca e innervosita, nauseata dal dover affrontare un’altra giornata di lavoro.
L’atmosfera del consesso delle creature magiche si ridestò, ognuna di esse si ricompose, aprì gli occhi, chi li possedeva, gli alberi si sfrondarono, i fiori si dondolavano piano e le tribù si ricomposero per scambiarsi le impressioni su quanto avevano appena visto nello schermo della propria mente: avevano tutti assistito al sogno di Lluvia.
“E’ evidente che dovremo fare molti tentativi prima che il cuore di questo essere denso possa recepire la nostra luce e agire di conseguenza” disse la fata Aifòs.
La Montagna Sacra, da tutti conosciuta come Eleirbag, emise un sordo brontolio, la sua voce potente, che tutti percepirono avere il seguente significato: I Nove Signori del Tempo sanno che non abbiamo molti tentativi a disposizione. La Regina ha fatto la sua scelta, e lei dovrà passare, che l’essere denso venga risvegliato a se stesso o meno. Propongo un altro tentativo subito domani.
Parlò allora il saggio Aldebaran dei Cavalli Sacri: “Sai, caro ed eminente Eleirbag, che non possiamo forzare la volontà di alcun essere denso, pena il rifiuto totale. Allora il passaggio della Regina nell’altra dimensione sarebbe vanificato alle fondamenta. Aspettiamo il Gran Consiglio di questa sera a palazzo e ascoltiamo il suo responso. In fondo la Regina ha stabilito un contatto sia visivo che tattile. Avrà avuto modo di sondare questo cuore approfonditamente e di leggere nella sua mente”
La scena si sposta nel palazzo di cristallo, rilucente e brillante di luce propria, grazie al meteorite fulgido custodito al suo centro, sospeso libero e visibile da ogni punto di Ashtalan. E’ come un cuore pulsante e luminoso che vortica sospeso dal suo stesso movimento. La sua presenza permette il radicamento di quella luce dorata che pervade tutta Ashtalan. La Regina lo ha evocato e le è stato dato in dono dai Signori del Tempo nel momento in cui lei si è materializzata su Ashtalan, all’inizio dell’ultimo ciclo arturiano.
Ora il momento era solenne. La Regina sedeva concentrata e rilassata sul suo trono foderato di tessuto felpato rosa. L’assemblea era riunita, eppure lei sedeva da sola nella grande sala. Il contatto su Ashtalan era puramente telepatico. La Regina quindi trasmise il suo messaggio sull’importante incontro appena svoltosi con Lluvia.
“L’umana prescelta è in possesso di un’anima ancora giovane e questo è stato uno dei motivi per cui il mio sguardo si è posato su di lei. Un’anima giovane può imparare tanto, non ha ferite significative né traumi perenni e invalidanti. È curiosa e assetata. Per contro, la sua adesione al progetto e l’accettazione della nostra realtà richiederanno più tempo, ma sono sicura che rientreremo bene nei margini che ci spettano. Posso dirmi soddisfatta. Vorrei ora far apparire fate, fiori e pappagalli nei suoi sogni, così che l’atmosfera la riporti all’innocenza infantile, dal cui punto di vista tutto può essere accettato”
Le tribù chiamate in causa acconsentirono subito alla richiesta della Regina e fecero la conta per vedere chi avrebbe partecipato all’impresa.
 Tra le fate toccò ad Adàig e Anùl che rotearono liete all’idea, i loro fiori applaudivano lievi nel vento emettendo nuvole di profumate che resero l’aria carica di ferormoni. Tra i Pappagalli si offrirono volontari Dvorak e Crimilde, perché il loro candido piumaggio avrebbe sicuramente illuminato e scaldato il cuore di Lluvia.
Erano tutti pronti. Non rimaneva che attendere che l’umana si coricasse e cominciasse a sognare.
Quella sera Lluvia era ancora perplessa dal sogno fatto, anche se era passata un’intera giornata di discussioni, di fatica, di corse all’ultimo minuto, una classica giornata di una persona che cerca di vivere pezzo dopo pezzo un’esistenza incatenata a riti disumani, l’autobus della mattina, il lavoro stressante e sottopagato, la laurea dimenticata, una delusione via l’altra e l’accontentarsi di quello che si trova, ringraziando Dio di aver almeno trovato uno straccio di lavoro.
Con questa visione di pessimismo cosmico, Lluvia arrivò finalmente a letto, troppo stanca per leggere un buon libro come era solita fare, piombò in un sonno pesante quasi subito.
Il panorama era lo stesso della notte precedente, il giardino pieno di meraviglie, il sentiero di ghiaia che andava avanti senza fine, i fiori e gli alberi che emanavano quello strano brillio o di colori carichi di gioia; questa volta non vide nessun piccolo essere strano venirle incontro, così si prese più tempo per guardarsi intorno, quasi contenta ma un po’ sconcertata di essere di nuovo lì. All’improvviso vide delle grosse farfalle sbucare dalle fronde di un albero, coloratissime e molto grandi per essere delle farfalle e con uno strano corpo ….
“Ma non è possibile! Sì che è possibile, sto sognando! Ma quelle non sono forse fate?!”
Le due creature magiche svolazzarono imperturbabili e la meraviglia era che emettevano un piacevole suono cristallino, come i campanelli della slitta di Babbo Natale, e ovunque si muovessero al suolo comparivano fiori di tutte le fogge e colori, cosicché in breve il prato sottostante fu tutto un’aiuola fiorita di rosa, viola, giallo limone e giallo pompelmo, lilla, blu, blu oltremare. 
Che bello questo sogno… da piccola adorava  le fate e voleva sempre travestirsi da fatina a carnevale. Soprattutto le piaceva l’idea di avere le ali e di indossare abiti coloratissimi senza essere derisa. Seguì le farfalle con molta naturalezza, sentendosi al sicuro in quell’ambiente pur sconosciuto. La gioia che quella visione le faceva sgorgare dentro aveva innalzato completamente la sua vibrazione interiore e sentiva di non dover temere nulla. All’improvviso, quando il sentiero stava leggermente declinando, mostrando all’orizzonte delle colline ed il corso di un fiume che la notte scorsa aveva solo udito, vide dei volatili nel cielo.
Definiamo questo cielo, una distesa limpida color rosa arancio azzurra, come un’alba costante, di una luminosità tale che ti disponeva subito nello stato d’animo migliore. In questo cielo aurorale, in cui non si vedeva il sole, spuntarono due volatili dal meraviglioso piumaggio: due angeli bianchi splendenti, con due becchi arancio che spiccavano nell’insieme candido. Erano circondati da un alone enorme, come se avessero un faro puntato addosso, ed avevano una notevole apertura alare.
Lluvia si fermò immediatamente a bocca aperta, naso all’insù, mentre le due creature le passavano sopra la testa ad una altezza che le permise di osservarli bene nei dettagli, le soffici piume del sottopancia, gli artigli ripiegati.
Accidenti! Che meraviglia!
Ormai era completamente estasiata, fuori di sé dalla gioia e come una bimba iniziò a saltellare battendo le mani.
La Regina aveva raggiunto il proprio scopo, era riuscita a far elevare l’energia interiore di Lluvia, risvegliando la bambina che giaceva da tempo dimenticata e soffocata dalle incombenze quotidiane della vita adulta. Al risveglio quella persona sarebbe stata già diversa dalla sera prima e finalmente si riusciva a vedere una luce in fondo al tunnel. Ora avrebbe pensato al passo successivo e per questo voleva avvalersi dell’assistenza del Grande Specchio e dell’Occhio nel Cielo. Era sicura che loro avrebbero saputo darle le risposte che stava aspettando in modo da potersi presentare al cospetto dei Signori del Tempo con una valida proposta. Nel caso in cui i Signori non avessero trovato più che idonea la situazione nel pianeta dei Grigi, non le avrebbero permesso di oltrepassare la Soglia e la sua missione avrebbe dovuto essere rimandata o forse cancellata per sempre e la Regina avrebbe fallito lo scopo.
Nel frattempo nel cervello di Lluvia si era insinuato un suono estraneo, disarmonico, che sembrava arrivare da molto lontano. Il corpo del sogno fu richiamato al suo posto e quello fisico si rigirò nel letto, in uno stato d’animo da “intramondo”, come quando non si è completamente rientrati in sé. Il suono tornò più forte e il sistema nervoso fu definitivamente attivato dal carattere imperioso di questa intrusione. Lucia alla fine capì dove si trovava e cosa stava accadendo. Si stirò, face uno sbadiglio, ancora negli occhi la magica luce, una sensazione di ampio respiro nel cuore. Dopo tanto tempo era contenta di svegliarsi, di vivere, di affrontare una nuova giornata che in fondo non sarebbe stata così male se lei l’avesse vissuta con lo spirito giusto.
Andò in bagno per le solite funzioni e al momento di vestirsi scelse una bella maglia rossa da abbinare ai jeans, decise anche di truccarsi e di indossare un paio di scarpe con un po’ di tacco, slanciano sempre la figura e fanno dondolare i fianchi al punto giusto.
Il cellulare squillò, era Giacomo, per il solito saluto mattutino.
“Pronto!” rispose con voce squillante.
“Buongiorno! Che bella voce squillante stamattina! Hai dormito bene!”
“Ho fatto un sogno meraviglioso, era in un prato coloratissimo pieno di strane creature, è stato così vivido che me lo ricordo ancora benissimo”
“Sei sempre la solita con la testa per aria, Lluvia. Ascolta, stasera io ho la cena dai miei, sai che mia madre ci tiene, mi ha chiamato ieri sera e non ho saputo dirle di no”
“Senti Giacomo, io sono di buon umore e non ho voglia di farmelo rovinare subito da queste notizie. Stasera avevamo deciso di starcene soli e mangiare una pizza da me. Non capisco perché tu non glielo abbia detto”
“Bè, Lluvia, sai com’è mia madre, mi ha cucinato le lasagne…”
“Come vuoi, ma non contare su di me, chiamerò Gioele per vedere se ha voglia di venire da me”
“Ma come? Non vieni anche tu? Lei se ne dispiacerà!”
“Come no? Sarà felicissima di avere il suo bambino tutto per sé!”
“Non essere così sarcastica! Possiamo stare insieme domani…”
“Certo, certo… intanto appena lei ti chiama tu corri e sai che non sopporto quando questo succede. Sei così dipendente da tua madre e non te ne accorgi neanche”
“Senti Lluvia, adesso non è il momento, devo andare a lavorare. Ti chiamo più tardi, magari ci vediamo per la pausa pranzo”
Lluvia  si sentì così delusa ed amareggiata dalla solita fine che facevano i loro progetti comuni anche più semplici che finì per mentire
“Non oggi, ho molto da fare e mangerò qualcosa in ufficio. Ci sentiamo domani”
“Lluvia…”
“Ciao, devo andare”
Questo comportamento era così tipico di Giacomo. Lei non lo aveva mai sopportato ma cercava di essere accondiscendente, sperando che lui aprisse gli occhi un giorno o l’altro, per accorgersi del rapporto terribilmente irrisolto che lo legava alla madre. Ovviamente non era ancora accaduto. Quel giorno sentì che era ora di dare un taglio a questa relazione che fino a quel momento aveva appagato la sua parte insicura, perché se da una parte detestava quest’aspetto del carattere di Giacomo, dall’altra adorava la sua affidabilità e il grande senso pratico che mostrava sempre.
Si era però anche resa conto che stava vivendo una relazione insoddisfacente: Giacomo sembrava molto immaturo e forse sarebbe rimasto così ancora a lungo. Decise che avrebbe preso seriamente in considerazione questa idea alla fine della giornata parlandone con la sua amica Gioele.
“ Sono mesi che te lo ripeto” le disse questa al telefono, “Io stasera non riesco a muovermi, ma una chiacchierata la faccio volentieri. Non capisco come tu possa resistere in un rapporto a tre: tu, lui e la sua mammina. Ma quanto potrà mai amarti un uomo così se ancora è rimasto alla fase orale? Cioè, parla parla ma non concretizza mai”
“Dovrò affrontare l’argomento definitivamente, ma siccome non voglio metterlo di fronte ad una scelta, che mi potrebbe rinfacciare, piuttosto me ne vado io, anche se mi costa parecchio”
“Ti riapproprierai di te stessa, e questo non ha prezzo. Ascolta, la cosa migliore è dormirci su, se ti chiama non rispondere, prenditi un po’ di tempo, valuta le tue possibilità, che secondo me sono infinite, visto che sei giovane, attraente e molto sveglia. E comunque se hai bisogno chiamami a qualsiasi ora. Anzi, fai un favore a te stessa, fai una lista scritta dei pro e dei contro, a me è servito quando volevo lasciare il posto da decoratrice d’interni per aprire il mio studio di architettura. Avevo una paura tremenda, ma di fronte alla lista ho preso il coraggio a quattro mani e mi sono buttata. È quello che serve a te ora!”
“Grazie Gioele, sai sempre trovare le parole giuste per mettere a posto il puzzle della mia mente. Ho le cose davanti agli occhi ma non riesco a percepire la visione d’insieme. Credo che farò come dici tu. Buona serata cara e a presto!”
Qualcosa era cambiato in lei, una vocina piccola piccola la stava chiamando verso ciò che sentiva essere una verità personale ed intima imprescindibile, rimasta nascosta fino ad allora sotto l’impulso di mettere i desideri altrui davanti ai propri, come se pensare prima  a se stessi fosse un peccato di egoismo. Ed egoismo era, ma sano e naturale. Aveva voglia di aderire solamente a ciò che la facesse sentire bene ed amata, qualunque cosa, un’immagine felice, il ricordo del suo gioco preferito, il primo bacio vero, ricevuto da un ragazzo che le era sempre piaciuto tantissimo, il brivido provato e lo sforzo di staccarsi da quelle labbra…
Aveva bisogno di rivedere assolutamente le priorità e se Giacomo non fosse rientrato in questa nuova vibrazione dell’essere, le loro strade si sarebbero divise.
Una volta intravista la fine dell’arcobaleno non è possibile girarsi indietro, si è spinti sempre più a cercare il punto in cui la luce incontra la terra, dove ti aspetta il paiolo dell’oro, per affrontare il guardiano e guadagnarsi il premio della riappropriazione di se stessi, della vera parte di noi, la nostra completezza.
Con questa apertura di cuore se ne andò a dormire pensando contemporaneamente ai due pappagalli candidi sognati la notte precedente.

 CONTINUA







domenica 21 aprile 2013

CAPITOLO 6 - LA STANZA CIRCOLARE DEI SIGNORI DEL TEMPO


 

 

I Signori del Tempo sedevano eretti sui loro troni dorati nella Stanza Suprema in perfetto silenzio, immobili.

Ad un certo punto girarono lo sguardo uno verso l’altro e il più anziano di tutti, il grande Drago Rosso, colui che aveva iniziato la vita, prese la parola: - il Grande Ciclo sta per concludersi – disse con voce stentorea – dobbiamo essere testimoni del passaggio dallo stato attuale ad un altro più elevato. Gli umani sono chiamati all’Evoluzione – gli Aiutanti sono ormai attivi da lungo tempo per portarli nella giusta direzione. Coloro che non hanno voluto ascoltarli sono quindi perduti. Dovranno sottostare per l’ennesima volta alla legge del karma. Chi invece si è preparato, riuscirà ad emettere luce dal proprio cuore, aprendo la quarta Porta, e ad innalzarla verso la Settima Porta, alzando il collegamento verso il Kuxam Suum. In questo modo la sua strada sarà diritta e sicura.

Il suo vicino, il Vento Bianco, il grande comunicatore, ribatté: - Dobbiamo contattare la Regina Moira per sapere qual è l’esatto stato di consapevolezza degli abitanti del Pianeta Grigio. -

Tutti gli sguardi si diressero al centro della stanza e si concentrarono creando un contatto telepatico con la Regina, che si materializzò in forma di ologramma.

 – Salute a Voi, o Grandi Signori, - disse la piccola e graziosa figura risplendente – so perché mi avete convocato. Purtroppo la situazione sul Pianeta Grigio non ha ancora raggiunto uno stato ideale. Molte persone hanno compreso il vostro messaggio, ma troppi sono coloro che non hanno ancora aperto il cuore. Vi prego di darmi un’altra possibilità, è un progetto a cui mi sto dedicando da tempo, e anche se sarà dura per il mio popolo, ho deciso di passare la Porta Magica io stessa, perché sono sicura di poter fare molto per gli umani. Nascendo e vivendo con loro anche per un tempo limitato, sono convinta di poter far accendere la scintilla in molti altri cuori. So che la mia scelta mette in crisi la mia gente, perché non ho ancora creato un erede che prenda il mio posto, ma sento che questa è la mia missione, non posso sottrarmici. Lascerò la reggenza al grande Angelo Saggio, che con l’aiuto dei miei fedeli collaboratori riuscirà a guidare Ashtalan fino al momento in cui verrà prodotta una nuova creatura con la giusta quantità di luce da poter prendere il mio posto.





-Quello che tu proponi è molto generoso, - disse la Notte Blu, la Signora del Sogno, - io da parte mia assisterò il tuo popolo ed invierò loro messaggi evolutivi durante il sonno, in caso di necessità.





-Anche io ammiro il tuo sacrificio, piccola regina saggia – ribatté il Seme Giallo, il donatore di messi rigogliose – e farò in modo che i raccolti ad Ashtalan siano sempre più abbondanti.

-Sono molto grata a Voi Signori del Tempo per questa condivisione del mio progetto. Conto di iniziarlo al prossimo evento cosmico, la nuova Convergenza Armonica che aprirà un portale in Cielo attraverso il quale potrò tuffarmi nella dimensione densa con l’aiuto della Sacra Stella di Davide e dei pianeti in essa coinvolti.





-io ti dono la forza vitale, che ti servirà moltissimo sul Pianeta dei Grigi, ti preserverà dal logorio e dall’affaticamento della gravità e della densità – disse il Serpente Rosso, il custode della fiamma della Sacra Saggezza.

 



-Io, da parte mia, farò in modo che il tuo fisico sia perfettamente sincrono alla tua metafisica – disse l’Allacciatore dei Mondi Bianco, colui che stabiliva i contatti tra le diverse dimensioni.

 

-E io sarò presente in spirito per aiutarti nella quotidianità, intervenne Mano Blu, colui che ha la capacità di costruire ciò che non esisteva prima.

 

-Io ti dono la Bellezza e L’Eleganza affinché gli occhi umani si sentano attratti ed aprano il cuore contemporaneamente - disse la Stella Gialla, portatrice di Grazie e Amore per l’Arte come auto espressione.



-Io farò in modo che il tuo mondo emotivo  possa esprimersi alla massima potenza, cosicché le tue intenzioni tocchino le giuste corte nei cuori altrui – disse la Luna Rossa, colei che guida l’espressività emozionale.

 


-Io ti circonderò d’Amore, così sarai ripagata della stessa moneta – disse il Cane Bianco, colui che rappresentava l’Amore Incondizionato.

 



– Io ti dono la capacità di ridere delle cose, così chi ti circonda non sarà mai intimorito da te e aprirà bene il suo cuore. Inoltre ti dono anche la capacità di svelare le illusioni, così non sarai mai incantata dalle false luci  – disse la Scimmia Blu, colei che ribaltava sempre il senso delle cose per creare nuove realtà.

 

-Io ti dono il potere del libero arbitrio, in modo che dentro ti sia sempre chiaro cosa sia più giusto fare. E’ un’arma indispensabile sul Pianeta Grigio – disse l’Umano Giallo, colui che meglio degli altri Signori conosceva la natura delle creature di quel luogo, custodendo in sé la chiava di volta della loro coscienza.

 

-Io guiderò i tuoi passi sul sentiero della tua missione in modo che i tuoi piedi non dubiteranno sulla direzione da prendere – disse il Viandante dei Cieli Rosso, colui che viaggia tra le dimensioni.





 
-Io farò in modo che il tuo Tempo sul Pianeta Grigio sia dilatato e in un breve lasso ti sarà possibile mettere in atto più azioni, agendo nell’immediatezza dei tuoi pensieri  - disse il Mago Bianco, colui che dilata e annulla il tempo.

 


-Io ti darò la Vista, così i tuoi occhi sapranno subito individuare i cuori più pronti all’ascolto – disse l’Aquila Blu, colei che vede tutto.

 



-Io ti darò l’Intelligenza acuta per sapere sempre dove trovare la soluzione giusta nel momento giusto e riempirò il tuo cuore di coraggio per sfidare i dubbi che potresti incontrare sulla strada – disse il Guerriero Giallo, colui che sa muoversi nel silenzio.

 

-Io ti darò la mia forza e il mio sostegno nel portare avanti la tua missione perché io sono colei che tu vai a salvare. Le persone che entreranno in contatto con te leggeranno nei tuoi occhi il messaggio salvifico e lo comprenderanno subito – disse la Terra Rossa, colei che guida l’Evoluzione della Galassia. 

 

-Io darò alla tua missione, alle tue azioni, il riflesso dell’Universo, così saranno subito efficaci – disse lo Specchio Bianco, colui che riflette ciò che non ha mai fine.

 



-Io saprò dissipare la stagnazione intorno per creare un nuovo ordine, disse la Tempesta Blu – la forza del cambiamento irreversibile.





-Io illuminerò la tua via e tu procederai spedita fino al compimento finale – disse il Sole Giallo, colui che porta la chiarezza.

 

I 20 Signori del Tempo avevano parlato, i loro doni si erano incastonati come gioielli nell’anima della piccola Regina, facendola risplendere di mille colori. La Regina si inchinò con molta deferenza e gratitudine di fronte a coloro che dirigevano la Musica delle Sacre Sfere Celesti e il contatto si chiuse.

Il silenzio tornò sovrano nella Stanza Suprema.


CONTINUA

mercoledì 6 marzo 2013

CAPITOLO 5 - LA REGINA MOIRA


 

Il personaggio chiave di questa storia è la Regina Moira, che al contrario del suo nome non è il capo del regno come lo possiamo intendere da questa parte della galassia, ma la creatura più pura e più risplendente di Ashtalan, e in virtù di ciò è stata incoronata alla nascita come guida spirituale, per portare il suo mondo verso un futuro radioso. Visto che in Ashtalan le creature si replicano attraverso il pensiero, succede che quando uno dei suoi abitanti sente dentro di sé che è arrivato il momento di dare amore e di prendersi cura di qualcuno, esso emette un pensiero di luce e di amore verso il Cielo da cui scende un filo di luce che si collega al pensiero emanato, da cui si materializzerà un cucciolo, figlio di quel pensiero puro. Più l’essere emanante è cristallino, più il neonato avrà in sé un quantum energetico di diamante, che emanerà splendore attraverso gli occhi e l’essenza. Più puro il pensiero, più tendente all’oro è la luce del filo celeste. Colui che generò la Regina Moira fu re Ypsilon, appartenente ad una stirpe di pensatori purissimi, capaci di emettere vere stille di luce divina.  Le sue doti erano grandi e la sua comprensione delle Leggi Interne, Esterne, Superiori ed Inferiori era profonda, perché le sentiva dentro di sé, le respirava ogni attimo. Per questo sapeva che a lui sarebbe spettato un grande compito e ci si era ben preparato. Già il suo nome Y lo forgiava, poiché gli aveva dato la grande capacità di captare e portare nella concretezza le intuizioni portate dal pulviscolo cosmico. Tutti gli abitanti di Ashtalan ancora si ricordano di quanto abbagliante fosse il filo che segnò l’incarnazione del cucciolo di re Ypsilon, solo così nascevano i re e le regine. Già dal primo momento in cui re Ypsilon si concentrò ad emettere quel pensiero puro, un chiarore immenso emerse dall’interno del suo essere rendendolo fluorescente e un raggio di luce bianca splendente scese dal Cielo con la forza e la potenza di una bomba al plutonio e tutti capirono che la creatura appena incarnata non poteva che essere quella che avrebbe portato a compimento l’antica profezia dei Signori del Tempo. Ma questa è un’altra storia e ne parleremo più avanti.

Questo era un momento molto solenne e c’era un luogo sacro preposto allo svolgimento di questo rito altamente misterioso e potente. Ogni essere si recava sul Colle Piramidale, dove, grazie alla sua forma magica, aiutava a condensare l’energia-pensiero creativa dell’essere. L’interessato rivolgeva il suo pensiero immaginando di emanare un raggio di luce che si incontrava con un altro raggio di luce, proveniente dall’Alto. Nell’abbraccio dei due raggi le molecole di energia si solidificavano e davano vita ad un nuovo piccolo Essere.

Dall’età di 10 anni Moira sedeva sul trono di suo padre. Quell’anno re Ypsilon aveva deciso che la sua funzione ad Ashtalan era terminata ed era venuto il tempo per lui di divenire ALTRO. Io aveva un’idea ben precisa di cosa diventare, sin dal momento in cui aveva cominciato a volere un cucciolo che potesse a volta diventare re, per poter scegliere finalmente per sé solo e non più in funzione di altri, di cui aveva la responsabilità. Voleva diventare un albero, un’enorme quercia che si ergesse al centro della piazza principale, davanti al palazzo reale. Una volta che un essere decideva in cosa o in chi trasformarsi, poteva scegliere tutti i dettagli della nuova vita, per essere sicuro di trovarcisi bene. Ho tralasciato di dirti che la morte, che qui da noi prevede la sparizione fisica della persona, attraverso la dipartita dal corpo dell’alito divino che ci alimenta, in Ashtalan era invece una trasformazione in un altro stato. Così niente veniva sprecato, ma un essere  poteva coscientemente scegliere di fare esperienza di altro.

Re Ypsilon aveva deciso che per lui andava bene essere una grande quercia che protendesse i lunghi rami verso il centro del villaggio, per raccogliere ed accogliere attorno a sé tutti gli esseri che da re aveva amato, e vedere scorrere le loro vite e crescere i loro cuccioli. Per l’evento era stata fissata una data precisa, poiché ad Ashtalan si seguiva  il Computo Galattico del Tempo, secondo il quale il Tempo è Arte. Allo scorrere del calendario sacro Tzolkin ci si adeguava alle informazioni provenienti dal cuore della galassia, usando a proprio vantaggio evolutivo il pensiero dell’Eterno Creatore. Fu così che fu scelto il giorno del Sole Giallo Cosmico, kin 260, ultimo giorno del calendario sacro, così che il primo giorno della nuova vita sarebbe cominciato sotto la protezione del Drago Rosso Magnetico, la Grande Madre che nutre tutti.

Alla sera di quel giorno, dopo il tramonto, il re si sedette esattamente nel punto scelto per la nuova vita da albero, si mise nella posizione del loto per attirare a sé le forze coagulanti del basso e le forze eteriche dell’alto, chiuse gli occhi e iniziò una respirazione profonda, concentrica e centrifuga. Tutte le tribù si disposero a cerchio intorno a lui, a rispettosa distanza per non disturbare i movimenti aurici del re, chiusero gli occhi e si prepararono a sostenerlo telepaticamente nel passaggio. Un fascio di  luce bianca scese dal Cielo e penetrò nella sommità della testa del re, attraverso la Settima Porta dell’Essenza. Un fascio di luce rossa risalì dal fondo e penetrò attraverso il coccige, la Prima Porta dell’Essenza. Entrambe si incontrarono nella Quarta Porta, il cuore, fondendosi ed attorcigliandosi, dando vita ad un palpitante e scintillante alone aranciato che cominciò a diffondersi all’interno del corpo al ritmo del respiro del re e poi ne fuoriuscì, lentamente riempendo tutto lo spazio circostante. Tutto il processo non si sa quanto durò perché tutti si trovavano in un profondo stato meditativo e stavano accompagnando il loro caro visualizzandolo mentre camminava su una strada lastricata d’oro, ma quando i primi tornarono nel qui e ora e cominciarono ad aprire gli occhi, l’alba del giorno del Drago stava spuntando all’orizzonte e una bellissima, solida e frondosa quercia verde smeraldo sorgeva dove prima era stato seduto Ypsilon. Gli abitanti ringraziarono il Cielo, la Terra, l’Acqua e il Fuoco di quel miracolo, si alzarono ed ognuno andò a deporre un dono ai piedi del grande albero, come commiato e benvenuto. Da quel giorno Moira fu la nuova Eletta. E con lei e la sua estrema purezza che la rendeva adatta allo scopo più arduo, fu richiamata in causa l’Antica Profezia.

Ora succede che, come ti ho detto, Ashtalan abbia il compito di prendersi cura dell’energia che spira da noi, sul nostro bel pianeta ammalato in molti sensi e su molti piani. Il compito più arduo, riservato ai più puri, erano quello di intraprendere un viaggio da queste parti, nella nostra densità, lasciandosi alle spalle tutta la pace e la serenità, la leggerezza e la creatività di Ashtalan. A questo scopo esiste una Porta, detta Porta tra i Due Mondi, che una creatura può varcare per venire a vivere tra di noi, nascendo da due genitori terrestri, per ricordarci della nostra essenza luminosa che Ashtalan custodisce. Il passaggio è però destinato alle coscienze più aperte, a quegli esseri che si sono incarnati nell’atmosfera più dorata possibile, cioè ai re. Questo perché dal nostro mondo non c’è ritorno per questi esseri che si sacrificano a venire qui, non è loro più possibile condividere ancora la gioia e la pienezza di Ashtalan, anche se sono consapevoli di quanto sia necessario che qualcuno di loro visiti di tanto in tanto il nostro pianeta, per trasmettere quelle gioie, quella pienezza, quella calma, quella bontà che nel loro mondo sono così comuni, ma non qui da noi. Come gli abitanti di Ashtalan conoscessero le modalità del nostro pianeta è presto chiaro: noi abbiamo accesso attraverso il Tempo del Sogno, per renderci conto che un posto migliore esiste, è concreto e fatto ad immagine del nostro, con esseri incarnati, natura, animali, ma con la differenza che ad Ashtalan non c’è motivo di dolore e ogni essere riesce a dare il meglio di sé. Ad Ashtalan un terrestre può venire in contatto con le Creature Magiche, che da noi sono rese invisibili dall’aria che vi si respira, dalla densità.

Ogni contatto con il nostro mondo era stato traumatico per gli abitanti di Ashtalan perché le creature che vi incontravano non sprigionavano altro che un’aura di tristezza intorno a sé. La loro creatività era molte volte appena abbozzata, testimoniata da una flebile luce che risplendeva intorno alla testa. Quelli che tra di noi potevano avere accesso ad Ashtalan attraverso il Tempo del Sogno erano stati risvegliati e sintonizzati da uno di Ashtalan che si era incarnato qui. E questa era la grande missione riservata solo a pochi. Era necessario risvegliarci, noi Grigi, perché si sta compiendo il Tempo del Grande Ciclo. Entro una certa scadenza il nostro mondo deve fare un salto in avanti per potersi guadagnare un posto migliore. L’Universo intero lo richiede. I Signori del Tempo lo hanno stabilito 52.000 anni prima e a questo scopo era stato inserito negli Archivi Akashici un timer cosmico, che, attraverso precise tappe astrali, aveva innescato delle reazioni a catena innescando l’evoluzione sul nostro pianeta. A volte però era necessario compiere un lavoro nel piccolo, a livello di esseri viventi, in modo che vedendo la luce che scaturiva da uno di Ashtalan incarnato, potesse far accendere quella stessa scintilla nel proprio cuore. Per questo i Signori del Tempo avevano stretto un patto con gli abitanti di Ashtalan, per questo loro vivevano in un posto migliore. Questo stato conferiva loro molta luce interiore, tanta quanto era necessario affinché, una volta incarnato nella nostra densità, quel quantum di luce fosse comunque visibile.

La missione è molto più difficile di quello che possa sembrare perché questi esseri, anche se si incarnano qui su questo piano, pur nascendo da due umani, mantengono inalterata in loro una natura che si adatta a questo mondo così denso. La loro leggerezza fa sì che si sentano sempre diversi, alieni, e se non trovano delle persone aperte con cui vivere l’infanzia, che sappiano aiutarli ad incanalare le loro energie creative, finiscono per sentirsi frustrati ed infelici. La loro fiamma interiore emana un calore ed un colore magnetici che attira su di loro un sentimento di adorazione quando usano le grandi capacità artistiche di cui sono solitamente dotati e grazie alle quali arrivano ad occupare posti di spicco nel nostro mondo. Ma a volte succede che, pur eccellendo in genialità e talento, non trovino un ancoraggio saldo e idoneo alla loro vibrazione e si perdano lungo la via. Ma è pur certo che ogni volta che uno di questi esseri luminosi ha solcato la strada del nostro pianeta, ha lasciato una traccia ben precisa, che ha aperto un varco nella mente di chi è venuto in contatto con loro. Sicuramente anche tu ne conosci qualcuno, sia personalmente anche solo di fama. Chiunque abbia aperto in te il cuore, che ti abbia fatto sentire che un fiore stesse sbocciando in mezzo al petto, quello era molto probabilmente uno di questi Esseri.

 Purtroppo a volte era successo che questi esseri non riuscissero ad arrivare fino in fondo alla loro missione. Solitamente si ritrovavano confusi ed appesantiti dalla densità del luogo. Altre volte l’influenza dei Grigi li fuorviava dalla loro missione e si perdevano lungo la strada, mentre la luce che abitava in loro si affievoliva sempre più. A quel punto invecchiavano precocemente o si ammalavano o si riducevano in povertà, tutte condizioni assolutamente aborrite dagli Ashtalatiani, perché rappresentavano il contrario di ciò che loro considerano la vita.  L’Universo, nella sua essenza di onnipresenza, ha bisogno che ogni parte di sé sia viva e risplendente perché questo rende l’intero cosmo equilibrato ed in armonia con la Musica delle Sfere

Se qualche sfera entra in dissonanza, questa disarmonia si propaga ovunque, come diapason in risonanza, e lo squilibrio viaggia tra i Mondi. C’è sempre un Mondo più evoluto incaricato dell’evoluzione di un altro e Ashtalan è per assonanza incaricata della nostra felicità. Questo perché, un giorno che noi Grigi diventeremo gli Iridati, coloro che esprimono tutti i colori dell’arcobaleno personale, il nostro Mondo potrà diventare come Ashtalan, un Posto Migliore. Ogni Mondo ha a disposizione un ciclo planetario ben preciso per ristabilire il proprio equilibrio e tutta una serie di Agenti Coadiuvanti. Gli abitanti di Ashtalan operano a livello delle creature incarnate, gli Esseri Celesti o Esseri di Luce lavorano nell’invisibilità per alzare il livello del nostro Mondo energeticamente, affinché l’evoluzione sia sostenuta anche a livello di etere. Noi Grigi ci siamo scelti un posto difficile in cui vivere,  ma lo abbiamo fatto per poterci evolvere velocemente: tanto più densa l’atmosfera, tanto più arduo trovare la luce in sé in quell’atmosfera, tanto più splendente la luce una volta ritrovata.

Intanto stava capitando qualcosa di magico da questa parte della Galassia, una coppia di Grigi stava entrando nel vortice energetico della creatività per arrivare a concepire un figlio, una nuova creatura, anche se ancora non ne erano consapevoli. L’evento di una nascita sul nostro denso pianeta era sempre annunciato con molto anticipo tra gli abitanti di Ashtalan attraverso l’apparizione di un raggio di colore rosa vivo. Così chi dentro sentiva la chiamata poteva prepararsi al salto. Moira si stava preparando all’evento. Sapeva che la Missione la stava aspettando. C’era bisogno di portare un assaggio di serenità tra i Grigi.  Per questo motivo Moira scelse di incarnarsi in una famiglia molto triste, che si era completamente scordata dei propri sogni e che rincorreva la vita in un ritmo frenetico, guardando gli altri vivere, ma senza trovare il tempo di vivere loro stessi. Negli ultimi tempi se erano viste tante di famiglie così da queste parti ed era ora di ridare loro speranza e un sorriso. Era da un po’ che Moira li aveva individuati mentre scrutava la nostra vita nel suo Specchio Magico di ossidiana e sapeva che la sua missione presso di loro non sarebbe stata semplice. Il magico specchio di ossidiana rappresentava la finestra che i re di Ashtalan usavano sul nostro mondo per poter individuare i casi più disperati e per eventualmente decidere d’intervenire. Quando la quantità di grigio dell’energia-pensiero collettiva arrivava a saturare l’energia del pianeta, significava che era urgente orchestrare un intervento.

Lo Specchio si trova nella Grotta Dorata del Grande Saggio, il custode delle Sacre Leggi del Tempo, colui che sa interpretare i segni dei Signori del Cielo, i Glifi Solari e i Toni Galattici, e li può spiegare al momento giusto. La grotta assomiglia ad un grande ventre materno, caldo e umido. Al suo centro si trova un laghetto da cui spunta una piccola isola. Su un piedistallo di cristallo puro si trova il Grande Specchio circolare di ossidiana che parla a chi sa ascoltarlo. Esso rappresenta anche una finestra su tanti altri mondi, basta scandirne bene il nome del luogo su cui si vuole accedere.

Il Vecchio viveva lì da tanto. Anche se a volte aveva avuto la tentazione di trasformarsi, preferiva svolgere il proprio compito lì, perché lui sapeva prendersi cura dello Specchio affinché le immagini riflesse non si sbiadissero. Lo Specchio, come tutte le cose che abitavano Ashtalan, aveva un cuore che chiedeva amore e in cambio dava il meglio di sé. Con il Vecchio Saggio si era creato un meraviglioso circolo di Amore che nutriva entrambi e li faceva crescere e sentire come un’unica persona. Non si poteva voler interrompere un legame così forte. Da quando il Vecchio si occupava dello Specchio, quest’ultimo era diventato ancora più rivelatore perché il suo cuore stava bene e si sentiva amato. Le immagini che rifletteva erano sempre molto nitide e veritiere. A volte era capitato che lo Specchio non riuscisse ad instaurare un bel rapporto d’Amore con il proprio Custode e durante i consulti le immagini riflettevano il contrario della Verità, per cui chi doveva studiare la situazione nel nostro mondo era sviato nel proprio giudizio.

CONTINUA

venerdì 8 febbraio 2013

CAPITOLO 4 - IL PALAZZO DELLA REGINA MOIRA - IL CRISTALLO RADICE




In mezzo al bosco sorgeva questo edificio color rosa madreperla translucente e pulsante, come se il palazzo fosse stato un organismo con un apparato respiratorio autonomo.
In realtà, le fondamenta si sviluppavano fin nelle profondità di quella terra magica di sogno, di assenza di tempo e  di ritmi circadiani sfalsati. Era intorno a loro che era germogliata la prima presenza vitale che poi aveva generato il mondo che le circondava, come se il palazzo fosse sorto da solo, un giorno, all’improvviso in un luogo deserto.
Ma era stato l’altro mondo, quello dei Grigi, a dare vita a quel palazzo, nel momento in cui l’energia-pensiero dei sogni non realizzati, traditi e dimenticati si era coagulata in un punto dell’atmosfera terrestre, come un’escrescenza, un porro, sul mignolo della mano di un muratore. Tutta questa energia-pensiero, si era coagulata in una forma di palla, e agganciata all’orbita terrestre, aveva cominciato a vorticare, come il brodo primordiale fece nel nostro pianeta. Piano piano i vari argomenti dei sogni si erano differenziati, da una parte quelli riguardanti l’amore, dall’altra quelli di una vita migliore e quelli di riscatto. Gli incubi non erano inclusi, questi avevano un’altra densità, più pesante ed erano scivolati verso l’interno della Terra, per essere bruciati e purificati nel Sole interiore.
Questi coagulati verso l’alto erano invece eterei, erano sogni dimenticati, è vero, ma la loro energia era di speranza, qualcuno li aveva espressi verso l’alto, e lì erano rimasti, senza possibilità di concretizzarsi, di acquisire densità. La differenziazione aveva caratterizzato le varie masse oniriche che, sospinte dal vorticare incessante, avevano assunto una forma di spirale, che si era verticalizzata ed era andata ad incastrarsi in un meteorite di tellurio, proveniente da Venere, e che passava di lì, sfrecciando a velocità supersonica. L’impatto era stato notevole, ma i sogni dimenticati, si sa, sono infrangibili e il risultato fu che il meteorite si ritrovò un carico di speranze disattese sul groppone. Da lì tutto aveva avuto inizio, perché i sogni si crearono un campo magnetico che intercettò quello terrestre, la spirale si sistemò nello spazio, quelle che sarebbero diventate le fondamenta si fusero con la roccia e divennero corpo unico, entrando in un processo di osmosi, la roccia si nutrì dei sogni e divenne fertile alla vita, ricoprendosi di forme vegetali  e acqua.
La spirale divenne solida e dalla roccia prese la solidità e dai sogni l’inconsistenza, così divenne un palazzo, con torri che svettavano verso il cielo carico di stelle, mentre le pareti si assottigliavano diventando trasparenti, madreperlacee, rosa, perché il metallo di cui era composto il meteorite proveniva da Venere e si sa che il rosa è il colore di quel pianeta, almeno secondo la filosofia Acquariana, che è sicuramente quella con cui questa storia ha più punti in comune.
Credo di avere esagerato con le informazioni, scusami. Torniamo al discorso della mente creativa… vedi, è una facoltà che anche noi terrestri possediamo, ma nessuno ce lo insegna a scuola. La nostra mente è veramente creativa, il pensiero ti fa arrivare ciò a cui tu dai energia continuamente, per questo è necessario coltivare pensieri felici, capisci? Così i tutti i tuoi incontri saranno felici. Una delle funzioni di Ashtalan è proprio di insegnarci questo, a creare un mondo migliore attraverso i nostri pensieri felici. Capisci ora quanto sia importante diventare consapevoli dell’esistenza di questo mondo parallelo? So che sei un po’ spaventato, è la prima volta che voliamo coscientemente con il corpo del sogno, ma è l’unico modo che abbiamo per arrivare là. Se ci addormentassimo e basta, potremmo non andarci insieme, invece voglio farti da guida, perché io Ashtalan la conosco bene, fin da quando avevo la tua età e sapere che esisteva mi ha sempre aiutato e fatto capire tante cose, dato speranza e coraggio e la voglia di andare avanti… no, non voglio essere melodrammatica, ma a volte la vita per noi adulti è difficile, perché ci dimentichiamo continuamente da dove veniamo e per amore della “normalità” siamo spesso costretti a nasconderci.
Ora ho fatto pace con la mia non possibile né augurabile normalità e da allora sono in contatto costante con questo magico mondo che è la Wonderland di Alice e l’Isola che non c’è di Peter Pan, perché essi sono vivi dentro di me e alimentano la mia fantasia nel portare avanti questo racconto.
Devi sapere che Ashtalan è collocata al di fuori della convenzione spazio-temporale in cui ci troviamo noi. Il suo è un universo parallelo al nostro, ma a noi molto legato perché è il tessuto, la trama che noi visitiamo nel nostro tempo del sogno, con il corpo del sogno. È la luce che nutre le sinapsi del nostro cervello. È la dimensione in cui il nostro spirito esperisce la realtà più profonda di sé, una condizione che si avvicina alla beatitudine della contemplazione dell’UNO.  L’esistenza di questo microcosmo parallelo è fondamentale per l’esistenza e la prosperità del nostro pianeta. Potremmo parlare di luogo-ombra, intendendo una condizione di invisibilità ma di presenza fondamentale di luce. Per il nostro benessere, ogni tanto uno dei sovrani di Ashtalan decide di sacrificare tutto il proprio essere e di oltrepassare la Porta tra i Mondi per nascere ed incarnarsi sul nostro pianeta. A noi spesso manca la capacità di alzare gli occhi e il cuore verso il Cielo, dove potremmo avere sentore della nostra condizione latente di semi-dei, di co-creatori della realtà e cambiare radicalmente le ns. esistenze quando ci accorgiamo di essere insoddisfatti. Anziché usare i nostri talenti creativi, li rinchiudiamo dentro cassetti che si riempiono spesso di ragnatele – il vuoto viene riempito poi da varie somatizzazioni, tra cui spicca l’attacco di panico, che sarebbe in realtà la salvezza, perché è un allarme della nostra coscienza che ci vuole svegliare. Invece pensiamo bene di metterla a tacere con svariati preparati chimici. Così ci perdiamo, perdiamo i nostri sogni, che si sbriciolano e sfaldano, la nostra anima diventa calcarea, incrostata dalle sostanze chimiche, non si muove più leggera ma ristagna pesante. È iniziata la fine della magia. Da quel punto in avanti diventiamo preda di ritmi automatici, lo sguardo si ispessisce e non irradia più luce.
Essendo Ashtalan la nostra ombra positiva, ricca di colori sgargianti, di luce e di gioia di vivere, come quando i nostri occhi si posano su una sciarpa di seta color fucsia, per i suoi abitanti era estremamente difficile e doloroso vegliare sul nostro mondo che piano piano nel corso dei secoli stava dimenticando la sua natura magica per diventare sempre più denso e nebuloso. I Grandi Signori del Tempo, coloro che captando i messaggi dell’Hunab Ku, al centro della Galassia, nutrivano la coscienza di ogni Essere Vivente nell’Universo che fosse in grado di ascoltarli, questi Distributori di Conoscenza, nell’alternanza dei cicli solari e lunari, davano un timbro e una forma all’esistenza. Entrando in armonia con questa ispirazione eterica, era possibile raggiungere uno stato di serenità costante, passando la propria vita immersi nella certezza di un equilibrio perfetto e di essere un ingranaggio assolutamente necessario per mantenerlo. Ma i Signori del Tempo sapevano anche che ogni ciclo lunare, solare o comunque i cicli planetari di per sé, creavano delle reazioni nelle varie galassie e nei diversi pianeti più in piccolo. Soprattutto si sapeva che si stava avverando la Grande Profezia, un evento di cui noi Grigi eravamo stati informati da svariati secoli e che comportava l’innalzamento di vibrazione di tutto il pianeta e ovviamente dei suoi abitanti. Come tutti sanno, il nostro pianeta possiede un cuore, come noi, perché noi siamo fatti a sua somiglianza. Il suo cuore è un enorme cristallo luminescente che pulsa teneramente e ritmicamente, per comunicare con i suoi figli. Il cristallo ha un’essenza estremamente sensibile ed evolutiva, si trasforma seguendo le influenze dell’ambiente cosmico che lo circonda. Il nostro pianeta, nell’interazione con gli altri pianeti e la sua Stella, si è sempre trasformato e così il suo cuore. Ora tutta la nostra Galassia si trova a dover fare un salto quantico nell’Iperspazio per raggiungere la condizione definitiva di etereità necessaria a risplendere di luce propria senza bruciare, ma diventando un luogo di beatitudine come Ashtalan stessa. Per fare in modo che questo avvenga è necessario che tutti gli abitanti si sveglino alla propria magia e aiutino il pianeta stesso a raggiungere una condizione di luminosità autonoma. La missione degli abitanti di Ashtalan è quella di vivere in mezzo a noi per far sentire la presenza della possibilità di cambiare la nostra vibrazione. Devono risvegliare in noi il ricordo del MONDO DEI SOGNI e della capacità di ognuno di noi ha di trasformare il proprio mondo per renderlo bello come Ashtalan.