venerdì 8 febbraio 2013

CAPITOLO 4 - IL PALAZZO DELLA REGINA MOIRA - IL CRISTALLO RADICE




In mezzo al bosco sorgeva questo edificio color rosa madreperla translucente e pulsante, come se il palazzo fosse stato un organismo con un apparato respiratorio autonomo.
In realtà, le fondamenta si sviluppavano fin nelle profondità di quella terra magica di sogno, di assenza di tempo e  di ritmi circadiani sfalsati. Era intorno a loro che era germogliata la prima presenza vitale che poi aveva generato il mondo che le circondava, come se il palazzo fosse sorto da solo, un giorno, all’improvviso in un luogo deserto.
Ma era stato l’altro mondo, quello dei Grigi, a dare vita a quel palazzo, nel momento in cui l’energia-pensiero dei sogni non realizzati, traditi e dimenticati si era coagulata in un punto dell’atmosfera terrestre, come un’escrescenza, un porro, sul mignolo della mano di un muratore. Tutta questa energia-pensiero, si era coagulata in una forma di palla, e agganciata all’orbita terrestre, aveva cominciato a vorticare, come il brodo primordiale fece nel nostro pianeta. Piano piano i vari argomenti dei sogni si erano differenziati, da una parte quelli riguardanti l’amore, dall’altra quelli di una vita migliore e quelli di riscatto. Gli incubi non erano inclusi, questi avevano un’altra densità, più pesante ed erano scivolati verso l’interno della Terra, per essere bruciati e purificati nel Sole interiore.
Questi coagulati verso l’alto erano invece eterei, erano sogni dimenticati, è vero, ma la loro energia era di speranza, qualcuno li aveva espressi verso l’alto, e lì erano rimasti, senza possibilità di concretizzarsi, di acquisire densità. La differenziazione aveva caratterizzato le varie masse oniriche che, sospinte dal vorticare incessante, avevano assunto una forma di spirale, che si era verticalizzata ed era andata ad incastrarsi in un meteorite di tellurio, proveniente da Venere, e che passava di lì, sfrecciando a velocità supersonica. L’impatto era stato notevole, ma i sogni dimenticati, si sa, sono infrangibili e il risultato fu che il meteorite si ritrovò un carico di speranze disattese sul groppone. Da lì tutto aveva avuto inizio, perché i sogni si crearono un campo magnetico che intercettò quello terrestre, la spirale si sistemò nello spazio, quelle che sarebbero diventate le fondamenta si fusero con la roccia e divennero corpo unico, entrando in un processo di osmosi, la roccia si nutrì dei sogni e divenne fertile alla vita, ricoprendosi di forme vegetali  e acqua.
La spirale divenne solida e dalla roccia prese la solidità e dai sogni l’inconsistenza, così divenne un palazzo, con torri che svettavano verso il cielo carico di stelle, mentre le pareti si assottigliavano diventando trasparenti, madreperlacee, rosa, perché il metallo di cui era composto il meteorite proveniva da Venere e si sa che il rosa è il colore di quel pianeta, almeno secondo la filosofia Acquariana, che è sicuramente quella con cui questa storia ha più punti in comune.
Credo di avere esagerato con le informazioni, scusami. Torniamo al discorso della mente creativa… vedi, è una facoltà che anche noi terrestri possediamo, ma nessuno ce lo insegna a scuola. La nostra mente è veramente creativa, il pensiero ti fa arrivare ciò a cui tu dai energia continuamente, per questo è necessario coltivare pensieri felici, capisci? Così i tutti i tuoi incontri saranno felici. Una delle funzioni di Ashtalan è proprio di insegnarci questo, a creare un mondo migliore attraverso i nostri pensieri felici. Capisci ora quanto sia importante diventare consapevoli dell’esistenza di questo mondo parallelo? So che sei un po’ spaventato, è la prima volta che voliamo coscientemente con il corpo del sogno, ma è l’unico modo che abbiamo per arrivare là. Se ci addormentassimo e basta, potremmo non andarci insieme, invece voglio farti da guida, perché io Ashtalan la conosco bene, fin da quando avevo la tua età e sapere che esisteva mi ha sempre aiutato e fatto capire tante cose, dato speranza e coraggio e la voglia di andare avanti… no, non voglio essere melodrammatica, ma a volte la vita per noi adulti è difficile, perché ci dimentichiamo continuamente da dove veniamo e per amore della “normalità” siamo spesso costretti a nasconderci.
Ora ho fatto pace con la mia non possibile né augurabile normalità e da allora sono in contatto costante con questo magico mondo che è la Wonderland di Alice e l’Isola che non c’è di Peter Pan, perché essi sono vivi dentro di me e alimentano la mia fantasia nel portare avanti questo racconto.
Devi sapere che Ashtalan è collocata al di fuori della convenzione spazio-temporale in cui ci troviamo noi. Il suo è un universo parallelo al nostro, ma a noi molto legato perché è il tessuto, la trama che noi visitiamo nel nostro tempo del sogno, con il corpo del sogno. È la luce che nutre le sinapsi del nostro cervello. È la dimensione in cui il nostro spirito esperisce la realtà più profonda di sé, una condizione che si avvicina alla beatitudine della contemplazione dell’UNO.  L’esistenza di questo microcosmo parallelo è fondamentale per l’esistenza e la prosperità del nostro pianeta. Potremmo parlare di luogo-ombra, intendendo una condizione di invisibilità ma di presenza fondamentale di luce. Per il nostro benessere, ogni tanto uno dei sovrani di Ashtalan decide di sacrificare tutto il proprio essere e di oltrepassare la Porta tra i Mondi per nascere ed incarnarsi sul nostro pianeta. A noi spesso manca la capacità di alzare gli occhi e il cuore verso il Cielo, dove potremmo avere sentore della nostra condizione latente di semi-dei, di co-creatori della realtà e cambiare radicalmente le ns. esistenze quando ci accorgiamo di essere insoddisfatti. Anziché usare i nostri talenti creativi, li rinchiudiamo dentro cassetti che si riempiono spesso di ragnatele – il vuoto viene riempito poi da varie somatizzazioni, tra cui spicca l’attacco di panico, che sarebbe in realtà la salvezza, perché è un allarme della nostra coscienza che ci vuole svegliare. Invece pensiamo bene di metterla a tacere con svariati preparati chimici. Così ci perdiamo, perdiamo i nostri sogni, che si sbriciolano e sfaldano, la nostra anima diventa calcarea, incrostata dalle sostanze chimiche, non si muove più leggera ma ristagna pesante. È iniziata la fine della magia. Da quel punto in avanti diventiamo preda di ritmi automatici, lo sguardo si ispessisce e non irradia più luce.
Essendo Ashtalan la nostra ombra positiva, ricca di colori sgargianti, di luce e di gioia di vivere, come quando i nostri occhi si posano su una sciarpa di seta color fucsia, per i suoi abitanti era estremamente difficile e doloroso vegliare sul nostro mondo che piano piano nel corso dei secoli stava dimenticando la sua natura magica per diventare sempre più denso e nebuloso. I Grandi Signori del Tempo, coloro che captando i messaggi dell’Hunab Ku, al centro della Galassia, nutrivano la coscienza di ogni Essere Vivente nell’Universo che fosse in grado di ascoltarli, questi Distributori di Conoscenza, nell’alternanza dei cicli solari e lunari, davano un timbro e una forma all’esistenza. Entrando in armonia con questa ispirazione eterica, era possibile raggiungere uno stato di serenità costante, passando la propria vita immersi nella certezza di un equilibrio perfetto e di essere un ingranaggio assolutamente necessario per mantenerlo. Ma i Signori del Tempo sapevano anche che ogni ciclo lunare, solare o comunque i cicli planetari di per sé, creavano delle reazioni nelle varie galassie e nei diversi pianeti più in piccolo. Soprattutto si sapeva che si stava avverando la Grande Profezia, un evento di cui noi Grigi eravamo stati informati da svariati secoli e che comportava l’innalzamento di vibrazione di tutto il pianeta e ovviamente dei suoi abitanti. Come tutti sanno, il nostro pianeta possiede un cuore, come noi, perché noi siamo fatti a sua somiglianza. Il suo cuore è un enorme cristallo luminescente che pulsa teneramente e ritmicamente, per comunicare con i suoi figli. Il cristallo ha un’essenza estremamente sensibile ed evolutiva, si trasforma seguendo le influenze dell’ambiente cosmico che lo circonda. Il nostro pianeta, nell’interazione con gli altri pianeti e la sua Stella, si è sempre trasformato e così il suo cuore. Ora tutta la nostra Galassia si trova a dover fare un salto quantico nell’Iperspazio per raggiungere la condizione definitiva di etereità necessaria a risplendere di luce propria senza bruciare, ma diventando un luogo di beatitudine come Ashtalan stessa. Per fare in modo che questo avvenga è necessario che tutti gli abitanti si sveglino alla propria magia e aiutino il pianeta stesso a raggiungere una condizione di luminosità autonoma. La missione degli abitanti di Ashtalan è quella di vivere in mezzo a noi per far sentire la presenza della possibilità di cambiare la nostra vibrazione. Devono risvegliare in noi il ricordo del MONDO DEI SOGNI e della capacità di ognuno di noi ha di trasformare il proprio mondo per renderlo bello come Ashtalan.