mercoledì 6 marzo 2013

CAPITOLO 5 - LA REGINA MOIRA


 

Il personaggio chiave di questa storia è la Regina Moira, che al contrario del suo nome non è il capo del regno come lo possiamo intendere da questa parte della galassia, ma la creatura più pura e più risplendente di Ashtalan, e in virtù di ciò è stata incoronata alla nascita come guida spirituale, per portare il suo mondo verso un futuro radioso. Visto che in Ashtalan le creature si replicano attraverso il pensiero, succede che quando uno dei suoi abitanti sente dentro di sé che è arrivato il momento di dare amore e di prendersi cura di qualcuno, esso emette un pensiero di luce e di amore verso il Cielo da cui scende un filo di luce che si collega al pensiero emanato, da cui si materializzerà un cucciolo, figlio di quel pensiero puro. Più l’essere emanante è cristallino, più il neonato avrà in sé un quantum energetico di diamante, che emanerà splendore attraverso gli occhi e l’essenza. Più puro il pensiero, più tendente all’oro è la luce del filo celeste. Colui che generò la Regina Moira fu re Ypsilon, appartenente ad una stirpe di pensatori purissimi, capaci di emettere vere stille di luce divina.  Le sue doti erano grandi e la sua comprensione delle Leggi Interne, Esterne, Superiori ed Inferiori era profonda, perché le sentiva dentro di sé, le respirava ogni attimo. Per questo sapeva che a lui sarebbe spettato un grande compito e ci si era ben preparato. Già il suo nome Y lo forgiava, poiché gli aveva dato la grande capacità di captare e portare nella concretezza le intuizioni portate dal pulviscolo cosmico. Tutti gli abitanti di Ashtalan ancora si ricordano di quanto abbagliante fosse il filo che segnò l’incarnazione del cucciolo di re Ypsilon, solo così nascevano i re e le regine. Già dal primo momento in cui re Ypsilon si concentrò ad emettere quel pensiero puro, un chiarore immenso emerse dall’interno del suo essere rendendolo fluorescente e un raggio di luce bianca splendente scese dal Cielo con la forza e la potenza di una bomba al plutonio e tutti capirono che la creatura appena incarnata non poteva che essere quella che avrebbe portato a compimento l’antica profezia dei Signori del Tempo. Ma questa è un’altra storia e ne parleremo più avanti.

Questo era un momento molto solenne e c’era un luogo sacro preposto allo svolgimento di questo rito altamente misterioso e potente. Ogni essere si recava sul Colle Piramidale, dove, grazie alla sua forma magica, aiutava a condensare l’energia-pensiero creativa dell’essere. L’interessato rivolgeva il suo pensiero immaginando di emanare un raggio di luce che si incontrava con un altro raggio di luce, proveniente dall’Alto. Nell’abbraccio dei due raggi le molecole di energia si solidificavano e davano vita ad un nuovo piccolo Essere.

Dall’età di 10 anni Moira sedeva sul trono di suo padre. Quell’anno re Ypsilon aveva deciso che la sua funzione ad Ashtalan era terminata ed era venuto il tempo per lui di divenire ALTRO. Io aveva un’idea ben precisa di cosa diventare, sin dal momento in cui aveva cominciato a volere un cucciolo che potesse a volta diventare re, per poter scegliere finalmente per sé solo e non più in funzione di altri, di cui aveva la responsabilità. Voleva diventare un albero, un’enorme quercia che si ergesse al centro della piazza principale, davanti al palazzo reale. Una volta che un essere decideva in cosa o in chi trasformarsi, poteva scegliere tutti i dettagli della nuova vita, per essere sicuro di trovarcisi bene. Ho tralasciato di dirti che la morte, che qui da noi prevede la sparizione fisica della persona, attraverso la dipartita dal corpo dell’alito divino che ci alimenta, in Ashtalan era invece una trasformazione in un altro stato. Così niente veniva sprecato, ma un essere  poteva coscientemente scegliere di fare esperienza di altro.

Re Ypsilon aveva deciso che per lui andava bene essere una grande quercia che protendesse i lunghi rami verso il centro del villaggio, per raccogliere ed accogliere attorno a sé tutti gli esseri che da re aveva amato, e vedere scorrere le loro vite e crescere i loro cuccioli. Per l’evento era stata fissata una data precisa, poiché ad Ashtalan si seguiva  il Computo Galattico del Tempo, secondo il quale il Tempo è Arte. Allo scorrere del calendario sacro Tzolkin ci si adeguava alle informazioni provenienti dal cuore della galassia, usando a proprio vantaggio evolutivo il pensiero dell’Eterno Creatore. Fu così che fu scelto il giorno del Sole Giallo Cosmico, kin 260, ultimo giorno del calendario sacro, così che il primo giorno della nuova vita sarebbe cominciato sotto la protezione del Drago Rosso Magnetico, la Grande Madre che nutre tutti.

Alla sera di quel giorno, dopo il tramonto, il re si sedette esattamente nel punto scelto per la nuova vita da albero, si mise nella posizione del loto per attirare a sé le forze coagulanti del basso e le forze eteriche dell’alto, chiuse gli occhi e iniziò una respirazione profonda, concentrica e centrifuga. Tutte le tribù si disposero a cerchio intorno a lui, a rispettosa distanza per non disturbare i movimenti aurici del re, chiusero gli occhi e si prepararono a sostenerlo telepaticamente nel passaggio. Un fascio di  luce bianca scese dal Cielo e penetrò nella sommità della testa del re, attraverso la Settima Porta dell’Essenza. Un fascio di luce rossa risalì dal fondo e penetrò attraverso il coccige, la Prima Porta dell’Essenza. Entrambe si incontrarono nella Quarta Porta, il cuore, fondendosi ed attorcigliandosi, dando vita ad un palpitante e scintillante alone aranciato che cominciò a diffondersi all’interno del corpo al ritmo del respiro del re e poi ne fuoriuscì, lentamente riempendo tutto lo spazio circostante. Tutto il processo non si sa quanto durò perché tutti si trovavano in un profondo stato meditativo e stavano accompagnando il loro caro visualizzandolo mentre camminava su una strada lastricata d’oro, ma quando i primi tornarono nel qui e ora e cominciarono ad aprire gli occhi, l’alba del giorno del Drago stava spuntando all’orizzonte e una bellissima, solida e frondosa quercia verde smeraldo sorgeva dove prima era stato seduto Ypsilon. Gli abitanti ringraziarono il Cielo, la Terra, l’Acqua e il Fuoco di quel miracolo, si alzarono ed ognuno andò a deporre un dono ai piedi del grande albero, come commiato e benvenuto. Da quel giorno Moira fu la nuova Eletta. E con lei e la sua estrema purezza che la rendeva adatta allo scopo più arduo, fu richiamata in causa l’Antica Profezia.

Ora succede che, come ti ho detto, Ashtalan abbia il compito di prendersi cura dell’energia che spira da noi, sul nostro bel pianeta ammalato in molti sensi e su molti piani. Il compito più arduo, riservato ai più puri, erano quello di intraprendere un viaggio da queste parti, nella nostra densità, lasciandosi alle spalle tutta la pace e la serenità, la leggerezza e la creatività di Ashtalan. A questo scopo esiste una Porta, detta Porta tra i Due Mondi, che una creatura può varcare per venire a vivere tra di noi, nascendo da due genitori terrestri, per ricordarci della nostra essenza luminosa che Ashtalan custodisce. Il passaggio è però destinato alle coscienze più aperte, a quegli esseri che si sono incarnati nell’atmosfera più dorata possibile, cioè ai re. Questo perché dal nostro mondo non c’è ritorno per questi esseri che si sacrificano a venire qui, non è loro più possibile condividere ancora la gioia e la pienezza di Ashtalan, anche se sono consapevoli di quanto sia necessario che qualcuno di loro visiti di tanto in tanto il nostro pianeta, per trasmettere quelle gioie, quella pienezza, quella calma, quella bontà che nel loro mondo sono così comuni, ma non qui da noi. Come gli abitanti di Ashtalan conoscessero le modalità del nostro pianeta è presto chiaro: noi abbiamo accesso attraverso il Tempo del Sogno, per renderci conto che un posto migliore esiste, è concreto e fatto ad immagine del nostro, con esseri incarnati, natura, animali, ma con la differenza che ad Ashtalan non c’è motivo di dolore e ogni essere riesce a dare il meglio di sé. Ad Ashtalan un terrestre può venire in contatto con le Creature Magiche, che da noi sono rese invisibili dall’aria che vi si respira, dalla densità.

Ogni contatto con il nostro mondo era stato traumatico per gli abitanti di Ashtalan perché le creature che vi incontravano non sprigionavano altro che un’aura di tristezza intorno a sé. La loro creatività era molte volte appena abbozzata, testimoniata da una flebile luce che risplendeva intorno alla testa. Quelli che tra di noi potevano avere accesso ad Ashtalan attraverso il Tempo del Sogno erano stati risvegliati e sintonizzati da uno di Ashtalan che si era incarnato qui. E questa era la grande missione riservata solo a pochi. Era necessario risvegliarci, noi Grigi, perché si sta compiendo il Tempo del Grande Ciclo. Entro una certa scadenza il nostro mondo deve fare un salto in avanti per potersi guadagnare un posto migliore. L’Universo intero lo richiede. I Signori del Tempo lo hanno stabilito 52.000 anni prima e a questo scopo era stato inserito negli Archivi Akashici un timer cosmico, che, attraverso precise tappe astrali, aveva innescato delle reazioni a catena innescando l’evoluzione sul nostro pianeta. A volte però era necessario compiere un lavoro nel piccolo, a livello di esseri viventi, in modo che vedendo la luce che scaturiva da uno di Ashtalan incarnato, potesse far accendere quella stessa scintilla nel proprio cuore. Per questo i Signori del Tempo avevano stretto un patto con gli abitanti di Ashtalan, per questo loro vivevano in un posto migliore. Questo stato conferiva loro molta luce interiore, tanta quanto era necessario affinché, una volta incarnato nella nostra densità, quel quantum di luce fosse comunque visibile.

La missione è molto più difficile di quello che possa sembrare perché questi esseri, anche se si incarnano qui su questo piano, pur nascendo da due umani, mantengono inalterata in loro una natura che si adatta a questo mondo così denso. La loro leggerezza fa sì che si sentano sempre diversi, alieni, e se non trovano delle persone aperte con cui vivere l’infanzia, che sappiano aiutarli ad incanalare le loro energie creative, finiscono per sentirsi frustrati ed infelici. La loro fiamma interiore emana un calore ed un colore magnetici che attira su di loro un sentimento di adorazione quando usano le grandi capacità artistiche di cui sono solitamente dotati e grazie alle quali arrivano ad occupare posti di spicco nel nostro mondo. Ma a volte succede che, pur eccellendo in genialità e talento, non trovino un ancoraggio saldo e idoneo alla loro vibrazione e si perdano lungo la via. Ma è pur certo che ogni volta che uno di questi esseri luminosi ha solcato la strada del nostro pianeta, ha lasciato una traccia ben precisa, che ha aperto un varco nella mente di chi è venuto in contatto con loro. Sicuramente anche tu ne conosci qualcuno, sia personalmente anche solo di fama. Chiunque abbia aperto in te il cuore, che ti abbia fatto sentire che un fiore stesse sbocciando in mezzo al petto, quello era molto probabilmente uno di questi Esseri.

 Purtroppo a volte era successo che questi esseri non riuscissero ad arrivare fino in fondo alla loro missione. Solitamente si ritrovavano confusi ed appesantiti dalla densità del luogo. Altre volte l’influenza dei Grigi li fuorviava dalla loro missione e si perdevano lungo la strada, mentre la luce che abitava in loro si affievoliva sempre più. A quel punto invecchiavano precocemente o si ammalavano o si riducevano in povertà, tutte condizioni assolutamente aborrite dagli Ashtalatiani, perché rappresentavano il contrario di ciò che loro considerano la vita.  L’Universo, nella sua essenza di onnipresenza, ha bisogno che ogni parte di sé sia viva e risplendente perché questo rende l’intero cosmo equilibrato ed in armonia con la Musica delle Sfere

Se qualche sfera entra in dissonanza, questa disarmonia si propaga ovunque, come diapason in risonanza, e lo squilibrio viaggia tra i Mondi. C’è sempre un Mondo più evoluto incaricato dell’evoluzione di un altro e Ashtalan è per assonanza incaricata della nostra felicità. Questo perché, un giorno che noi Grigi diventeremo gli Iridati, coloro che esprimono tutti i colori dell’arcobaleno personale, il nostro Mondo potrà diventare come Ashtalan, un Posto Migliore. Ogni Mondo ha a disposizione un ciclo planetario ben preciso per ristabilire il proprio equilibrio e tutta una serie di Agenti Coadiuvanti. Gli abitanti di Ashtalan operano a livello delle creature incarnate, gli Esseri Celesti o Esseri di Luce lavorano nell’invisibilità per alzare il livello del nostro Mondo energeticamente, affinché l’evoluzione sia sostenuta anche a livello di etere. Noi Grigi ci siamo scelti un posto difficile in cui vivere,  ma lo abbiamo fatto per poterci evolvere velocemente: tanto più densa l’atmosfera, tanto più arduo trovare la luce in sé in quell’atmosfera, tanto più splendente la luce una volta ritrovata.

Intanto stava capitando qualcosa di magico da questa parte della Galassia, una coppia di Grigi stava entrando nel vortice energetico della creatività per arrivare a concepire un figlio, una nuova creatura, anche se ancora non ne erano consapevoli. L’evento di una nascita sul nostro denso pianeta era sempre annunciato con molto anticipo tra gli abitanti di Ashtalan attraverso l’apparizione di un raggio di colore rosa vivo. Così chi dentro sentiva la chiamata poteva prepararsi al salto. Moira si stava preparando all’evento. Sapeva che la Missione la stava aspettando. C’era bisogno di portare un assaggio di serenità tra i Grigi.  Per questo motivo Moira scelse di incarnarsi in una famiglia molto triste, che si era completamente scordata dei propri sogni e che rincorreva la vita in un ritmo frenetico, guardando gli altri vivere, ma senza trovare il tempo di vivere loro stessi. Negli ultimi tempi se erano viste tante di famiglie così da queste parti ed era ora di ridare loro speranza e un sorriso. Era da un po’ che Moira li aveva individuati mentre scrutava la nostra vita nel suo Specchio Magico di ossidiana e sapeva che la sua missione presso di loro non sarebbe stata semplice. Il magico specchio di ossidiana rappresentava la finestra che i re di Ashtalan usavano sul nostro mondo per poter individuare i casi più disperati e per eventualmente decidere d’intervenire. Quando la quantità di grigio dell’energia-pensiero collettiva arrivava a saturare l’energia del pianeta, significava che era urgente orchestrare un intervento.

Lo Specchio si trova nella Grotta Dorata del Grande Saggio, il custode delle Sacre Leggi del Tempo, colui che sa interpretare i segni dei Signori del Cielo, i Glifi Solari e i Toni Galattici, e li può spiegare al momento giusto. La grotta assomiglia ad un grande ventre materno, caldo e umido. Al suo centro si trova un laghetto da cui spunta una piccola isola. Su un piedistallo di cristallo puro si trova il Grande Specchio circolare di ossidiana che parla a chi sa ascoltarlo. Esso rappresenta anche una finestra su tanti altri mondi, basta scandirne bene il nome del luogo su cui si vuole accedere.

Il Vecchio viveva lì da tanto. Anche se a volte aveva avuto la tentazione di trasformarsi, preferiva svolgere il proprio compito lì, perché lui sapeva prendersi cura dello Specchio affinché le immagini riflesse non si sbiadissero. Lo Specchio, come tutte le cose che abitavano Ashtalan, aveva un cuore che chiedeva amore e in cambio dava il meglio di sé. Con il Vecchio Saggio si era creato un meraviglioso circolo di Amore che nutriva entrambi e li faceva crescere e sentire come un’unica persona. Non si poteva voler interrompere un legame così forte. Da quando il Vecchio si occupava dello Specchio, quest’ultimo era diventato ancora più rivelatore perché il suo cuore stava bene e si sentiva amato. Le immagini che rifletteva erano sempre molto nitide e veritiere. A volte era capitato che lo Specchio non riuscisse ad instaurare un bel rapporto d’Amore con il proprio Custode e durante i consulti le immagini riflettevano il contrario della Verità, per cui chi doveva studiare la situazione nel nostro mondo era sviato nel proprio giudizio.

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