Il personaggio chiave di questa storia è la Regina Moira,
che al contrario del suo nome non è il capo del regno come lo possiamo
intendere da questa parte della galassia, ma la creatura più pura e più
risplendente di Ashtalan, e in virtù di ciò è stata incoronata alla nascita
come guida spirituale, per portare il suo mondo verso un futuro radioso. Visto
che in Ashtalan le creature si replicano attraverso il pensiero, succede che
quando uno dei suoi abitanti sente dentro di sé che è arrivato il momento di dare
amore e di prendersi cura di qualcuno, esso emette un pensiero di luce e di
amore verso il Cielo da cui scende un filo di luce che si collega al pensiero
emanato, da cui si materializzerà un cucciolo, figlio di quel pensiero puro.
Più l’essere emanante è cristallino, più il neonato avrà in sé un quantum
energetico di diamante, che emanerà splendore attraverso gli occhi e l’essenza.
Più puro il pensiero, più tendente all’oro è la luce del filo celeste. Colui
che generò la Regina Moira fu re Ypsilon, appartenente ad una stirpe di
pensatori purissimi, capaci di emettere vere stille di luce divina. Le sue doti erano grandi e la sua comprensione
delle Leggi Interne, Esterne, Superiori ed Inferiori era profonda, perché le
sentiva dentro di sé, le respirava ogni attimo. Per questo sapeva che a lui
sarebbe spettato un grande compito e ci si era ben preparato. Già il suo nome Y lo forgiava, poiché gli aveva dato la
grande capacità di captare e portare nella concretezza le intuizioni portate
dal pulviscolo cosmico. Tutti gli abitanti di Ashtalan ancora si ricordano di
quanto abbagliante fosse il filo che segnò l’incarnazione del cucciolo di re
Ypsilon, solo così nascevano i re e le regine. Già dal primo momento in cui re
Ypsilon si concentrò ad emettere quel pensiero puro, un chiarore immenso emerse
dall’interno del suo essere rendendolo fluorescente e un raggio di luce bianca
splendente scese dal Cielo con la forza e la potenza di una bomba al plutonio e
tutti capirono che la creatura appena incarnata non poteva che essere quella
che avrebbe portato a compimento l’antica profezia dei Signori del Tempo. Ma
questa è un’altra storia e ne parleremo più avanti.
Questo era un momento molto solenne e c’era un luogo sacro
preposto allo svolgimento di questo rito altamente misterioso e potente. Ogni
essere si recava sul Colle Piramidale, dove, grazie alla sua forma magica,
aiutava a condensare l’energia-pensiero creativa dell’essere. L’interessato
rivolgeva il suo pensiero immaginando di emanare un raggio di luce che si incontrava
con un altro raggio di luce, proveniente dall’Alto. Nell’abbraccio dei due
raggi le molecole di energia si solidificavano e davano vita ad un nuovo
piccolo Essere.
Dall’età di 10 anni Moira sedeva sul trono di suo padre.
Quell’anno re Ypsilon aveva deciso che la sua funzione ad Ashtalan era
terminata ed era venuto il tempo per lui di divenire ALTRO. Io aveva un’idea
ben precisa di cosa diventare, sin dal momento in cui aveva cominciato a volere
un cucciolo che potesse a volta diventare re, per poter scegliere finalmente
per sé solo e non più in funzione di altri, di cui aveva la responsabilità.
Voleva diventare un albero, un’enorme quercia che si ergesse al centro della
piazza principale, davanti al palazzo reale. Una volta che un essere decideva
in cosa o in chi trasformarsi, poteva scegliere tutti i dettagli della nuova
vita, per essere sicuro di trovarcisi bene. Ho tralasciato di dirti che la
morte, che qui da noi prevede la sparizione fisica della persona, attraverso la
dipartita dal corpo dell’alito divino che ci alimenta, in Ashtalan era invece
una trasformazione in un altro stato. Così niente veniva sprecato, ma un
essere poteva coscientemente scegliere
di fare esperienza di altro.
Re Ypsilon aveva deciso che per lui andava bene essere una
grande quercia che protendesse i lunghi rami verso il centro del villaggio, per
raccogliere ed accogliere attorno a sé tutti gli esseri che da re aveva amato,
e vedere scorrere le loro vite e crescere i loro cuccioli. Per l’evento era
stata fissata una data precisa, poiché ad Ashtalan si seguiva il Computo Galattico del Tempo, secondo il quale
il Tempo è Arte. Allo scorrere del calendario sacro Tzolkin ci si adeguava alle
informazioni provenienti dal cuore della galassia, usando a proprio vantaggio
evolutivo il pensiero dell’Eterno Creatore. Fu così che fu scelto il giorno del
Sole Giallo Cosmico, kin 260, ultimo giorno del calendario sacro, così che il
primo giorno della nuova vita sarebbe cominciato sotto la protezione del Drago
Rosso Magnetico, la Grande Madre che nutre tutti.
Alla sera di quel giorno, dopo il tramonto, il re si sedette
esattamente nel punto scelto per la nuova vita da albero, si mise nella
posizione del loto per attirare a sé le forze coagulanti del basso e le forze
eteriche dell’alto, chiuse gli occhi e iniziò una respirazione profonda,
concentrica e centrifuga. Tutte le tribù si disposero a cerchio intorno a lui,
a rispettosa distanza per non disturbare i movimenti aurici del re, chiusero
gli occhi e si prepararono a sostenerlo telepaticamente nel passaggio. Un
fascio di luce bianca scese dal Cielo e
penetrò nella sommità della testa del re, attraverso la Settima Porta
dell’Essenza. Un fascio di luce rossa risalì dal fondo e penetrò attraverso il
coccige, la Prima Porta dell’Essenza. Entrambe si incontrarono nella Quarta
Porta, il cuore, fondendosi ed attorcigliandosi, dando vita ad un palpitante e
scintillante alone aranciato che cominciò a diffondersi all’interno del corpo
al ritmo del respiro del re e poi ne fuoriuscì, lentamente riempendo tutto lo
spazio circostante. Tutto il processo non si sa quanto durò perché tutti si
trovavano in un profondo stato meditativo e stavano accompagnando il loro caro visualizzandolo
mentre camminava su una strada lastricata d’oro, ma quando i primi tornarono
nel qui e ora e cominciarono ad aprire gli occhi, l’alba del giorno del Drago
stava spuntando all’orizzonte e una bellissima, solida e frondosa quercia verde
smeraldo sorgeva dove prima era stato seduto Ypsilon. Gli abitanti
ringraziarono il Cielo, la Terra, l’Acqua e il Fuoco di quel miracolo, si
alzarono ed ognuno andò a deporre un dono ai piedi del grande albero, come
commiato e benvenuto. Da quel giorno Moira fu la nuova Eletta. E con lei e la
sua estrema purezza che la rendeva adatta allo scopo più arduo, fu richiamata
in causa l’Antica Profezia.
Ora succede che, come ti ho detto, Ashtalan abbia il compito
di prendersi cura dell’energia che spira da noi, sul nostro bel pianeta
ammalato in molti sensi e su molti piani. Il compito più arduo, riservato ai
più puri, erano quello di intraprendere un viaggio da queste parti, nella
nostra densità, lasciandosi alle spalle tutta la pace e la serenità, la
leggerezza e la creatività di Ashtalan. A questo scopo esiste una Porta, detta
Porta tra i Due Mondi, che una creatura può varcare per venire a vivere tra di
noi, nascendo da due genitori terrestri, per ricordarci della nostra essenza
luminosa che Ashtalan custodisce. Il passaggio è però destinato alle coscienze
più aperte, a quegli esseri che si sono incarnati nell’atmosfera più dorata
possibile, cioè ai re. Questo perché dal nostro mondo non c’è ritorno per
questi esseri che si sacrificano a venire qui, non è loro più possibile
condividere ancora la gioia e la pienezza di Ashtalan, anche se sono consapevoli
di quanto sia necessario che qualcuno di loro visiti di tanto in tanto il
nostro pianeta, per trasmettere quelle gioie, quella pienezza, quella calma,
quella bontà che nel loro mondo sono così comuni, ma non qui da noi. Come gli
abitanti di Ashtalan conoscessero le modalità del nostro pianeta è presto
chiaro: noi abbiamo accesso attraverso il Tempo del Sogno, per renderci conto
che un posto migliore esiste, è concreto e fatto ad immagine del nostro, con
esseri incarnati, natura, animali, ma con la differenza che ad Ashtalan non c’è
motivo di dolore e ogni essere riesce a dare il meglio di sé. Ad Ashtalan un
terrestre può venire in contatto con le Creature Magiche, che da noi sono rese
invisibili dall’aria che vi si respira, dalla densità.
Ogni contatto con il nostro mondo era stato traumatico per
gli abitanti di Ashtalan perché le creature che vi incontravano non
sprigionavano altro che un’aura di tristezza intorno a sé. La loro creatività
era molte volte appena abbozzata, testimoniata da una flebile luce che
risplendeva intorno alla testa. Quelli che tra di noi potevano avere accesso ad
Ashtalan attraverso il Tempo del Sogno erano stati risvegliati e sintonizzati
da uno di Ashtalan che si era incarnato qui. E questa era la grande missione riservata
solo a pochi. Era necessario risvegliarci, noi Grigi, perché si sta compiendo
il Tempo del Grande Ciclo. Entro una certa scadenza il nostro mondo deve fare
un salto in avanti per potersi guadagnare un posto migliore. L’Universo intero
lo richiede. I Signori del Tempo lo hanno stabilito 52.000 anni prima e a
questo scopo era stato inserito negli Archivi Akashici un timer cosmico, che,
attraverso precise tappe astrali, aveva innescato delle reazioni a catena
innescando l’evoluzione sul nostro pianeta. A volte però era necessario
compiere un lavoro nel piccolo, a livello di esseri viventi, in modo che
vedendo la luce che scaturiva da uno di Ashtalan incarnato, potesse far
accendere quella stessa scintilla nel proprio cuore. Per questo i Signori del Tempo
avevano stretto un patto con gli abitanti di Ashtalan, per questo loro vivevano
in un posto migliore. Questo stato conferiva loro molta luce interiore, tanta
quanto era necessario affinché, una volta incarnato nella nostra densità, quel
quantum di luce fosse comunque visibile.
La missione è molto più difficile di quello che possa
sembrare perché questi esseri, anche se si incarnano qui su questo piano, pur
nascendo da due umani, mantengono inalterata in loro una natura che si adatta a
questo mondo così denso. La loro leggerezza fa sì che si sentano sempre
diversi, alieni, e se non trovano delle persone aperte con cui vivere
l’infanzia, che sappiano aiutarli ad incanalare le loro energie creative,
finiscono per sentirsi frustrati ed infelici. La loro fiamma interiore emana un
calore ed un colore magnetici che attira su di loro un sentimento di adorazione
quando usano le grandi capacità artistiche di cui sono solitamente dotati e
grazie alle quali arrivano ad occupare posti di spicco nel nostro mondo. Ma a volte
succede che, pur eccellendo in genialità e talento, non trovino un ancoraggio
saldo e idoneo alla loro vibrazione e si perdano lungo la via. Ma è pur certo
che ogni volta che uno di questi esseri luminosi ha solcato la strada del
nostro pianeta, ha lasciato una traccia ben precisa, che ha aperto un varco
nella mente di chi è venuto in contatto con loro. Sicuramente anche tu ne
conosci qualcuno, sia personalmente anche solo di fama. Chiunque abbia aperto
in te il cuore, che ti abbia fatto sentire che un fiore stesse sbocciando in
mezzo al petto, quello era molto probabilmente uno di questi Esseri.
Purtroppo a volte era successo che questi
esseri non riuscissero ad arrivare fino in fondo alla loro missione.
Solitamente si ritrovavano confusi ed appesantiti dalla densità del luogo.
Altre volte l’influenza dei Grigi li fuorviava dalla loro missione e si
perdevano lungo la strada, mentre la luce che abitava in loro si affievoliva
sempre più. A quel punto invecchiavano precocemente o si ammalavano o si riducevano
in povertà, tutte condizioni assolutamente aborrite dagli Ashtalatiani, perché
rappresentavano il contrario di ciò che loro considerano la vita. L’Universo, nella sua essenza di
onnipresenza, ha bisogno che ogni parte di sé sia viva e risplendente perché
questo rende l’intero cosmo equilibrato ed in armonia con la Musica delle Sfere
Se qualche sfera entra in dissonanza, questa disarmonia si
propaga ovunque, come diapason in risonanza, e lo squilibrio viaggia tra i
Mondi. C’è sempre un Mondo più evoluto incaricato dell’evoluzione di un altro e
Ashtalan è per assonanza incaricata della nostra felicità. Questo perché, un
giorno che noi Grigi diventeremo gli Iridati, coloro che esprimono tutti i
colori dell’arcobaleno personale, il nostro Mondo potrà diventare come
Ashtalan, un Posto Migliore. Ogni Mondo ha a disposizione un ciclo planetario
ben preciso per ristabilire il proprio equilibrio e tutta una serie di Agenti
Coadiuvanti. Gli abitanti di Ashtalan operano a livello delle creature
incarnate, gli Esseri Celesti o Esseri di Luce lavorano nell’invisibilità per
alzare il livello del nostro Mondo energeticamente, affinché l’evoluzione sia
sostenuta anche a livello di etere. Noi Grigi ci siamo scelti un posto difficile
in cui vivere, ma lo abbiamo fatto per
poterci evolvere velocemente: tanto più densa l’atmosfera, tanto più arduo
trovare la luce in sé in quell’atmosfera, tanto più splendente la luce una
volta ritrovata.
Intanto stava capitando qualcosa di magico da questa parte
della Galassia, una coppia di Grigi stava entrando nel vortice energetico della
creatività per arrivare a concepire un figlio, una nuova creatura, anche se
ancora non ne erano consapevoli. L’evento di una nascita sul nostro denso
pianeta era sempre annunciato con molto anticipo tra gli abitanti di Ashtalan
attraverso l’apparizione di un raggio di colore rosa vivo. Così chi dentro
sentiva la chiamata poteva prepararsi al salto. Moira si stava preparando
all’evento. Sapeva che la Missione la stava aspettando. C’era bisogno di portare
un assaggio di serenità tra i Grigi. Per
questo motivo Moira scelse di incarnarsi in una famiglia molto triste, che si era
completamente scordata dei propri sogni e che rincorreva la vita in un ritmo
frenetico, guardando gli altri vivere, ma senza trovare il tempo di vivere loro
stessi. Negli ultimi tempi se erano viste tante di famiglie così da queste
parti ed era ora di ridare loro speranza e un sorriso. Era da un po’ che Moira
li aveva individuati mentre scrutava la nostra vita nel suo Specchio Magico di
ossidiana e sapeva che la sua missione presso di loro non sarebbe stata
semplice. Il magico specchio di ossidiana rappresentava la finestra che i re di
Ashtalan usavano sul nostro mondo per poter individuare i casi più disperati e
per eventualmente decidere d’intervenire. Quando la quantità di grigio
dell’energia-pensiero collettiva arrivava a saturare l’energia del pianeta,
significava che era urgente orchestrare un intervento.
Lo Specchio si trova nella Grotta Dorata del Grande Saggio,
il custode delle Sacre Leggi del Tempo, colui che sa interpretare i segni dei
Signori del Cielo, i Glifi Solari e i Toni Galattici, e li può spiegare al
momento giusto. La grotta assomiglia ad un grande ventre materno, caldo e
umido. Al suo centro si trova un laghetto da cui spunta una piccola isola. Su
un piedistallo di cristallo puro si trova il Grande Specchio circolare di
ossidiana che parla a chi sa ascoltarlo. Esso rappresenta anche una finestra su
tanti altri mondi, basta scandirne bene il nome del luogo su cui si vuole accedere.
Il Vecchio viveva lì da tanto. Anche se a volte aveva avuto
la tentazione di trasformarsi, preferiva svolgere il proprio compito lì, perché
lui sapeva prendersi cura dello Specchio affinché le immagini riflesse non si
sbiadissero. Lo Specchio, come tutte le cose che abitavano Ashtalan, aveva un
cuore che chiedeva amore e in cambio dava il meglio di sé. Con il Vecchio
Saggio si era creato un meraviglioso circolo di Amore che nutriva entrambi e li
faceva crescere e sentire come un’unica persona. Non si poteva voler
interrompere un legame così forte. Da quando il Vecchio si occupava dello
Specchio, quest’ultimo era diventato ancora più rivelatore perché il suo cuore
stava bene e si sentiva amato. Le immagini che rifletteva erano sempre molto
nitide e veritiere. A volte era capitato che lo Specchio non riuscisse ad
instaurare un bel rapporto d’Amore con il proprio Custode e durante i consulti
le immagini riflettevano il contrario della Verità, per cui chi doveva studiare
la situazione nel nostro mondo era sviato nel proprio giudizio.
CONTINUA
Nessun commento:
Posta un commento