mercoledì 8 gennaio 2014

CAPITOLO 11 - LA FORZA COMPLEMENTARE


All’inizio fu una miriade di luci,  mille punti esterni che convergevano in un centro, compattandosi a formarne uno unico, la prima cellula madre, il Fiore Sacro della Vita, il Segreto della Geometria Sacra della Vita, la forma primordiale, il Centro dell’Esistenza.
Dalla prima nasceva la seconda, poi la terza, e via via, accumulandosi una intorno all’altra, rotonde, eleganti nella loro danza di assembramento.
I suoi occhi potevano osservare bene il loro gioco meraviglioso, stupiti, perché la Vita crea sempre lo Stupore del Risveglio, anche nelle coscienze più elevate.
La prima cellula cominciò a roteare su se stessa vorticosamente, velocissima, e così facendo si espandeva in una seconda unità, uguale in ogni caratteristica, la prima cellula figlia.
Intorno era tutto buio, un buio mai visto né sperimentato prima, un buio che inghiottiva ogni cosa, che conteneva in sé la latenza del Tutto ed era da quella latenza che provenivano le luci, chiamate in causa da una Coscienza che aveva bisogno di loro per prendere una forma che la contenesse, che fosse adeguata a contenerla. E quel buio sapiente e onnisciente emanava un quantum di luce perfetta e ideale per quel tipo di Coscienza che lo stava richiedendo.

Come tante creature dell’Acqua, anche la Sirena Taoshin era nota a pochi. Se ne stava tutto il tempo sullo scoglio sotto la montagna sacra Eleirbag, dove sapeva di poter trovare le sue amiche Fate, le uniche creature non acquatiche a cui dava confidenza, anche per via del linguaggio – la telepatia era diffusa anche tra le Sirene, ma le immagini erano diverse a causa della diversità dell’elemento in cui si trovavano immerse.
L’Acqua trasportava i pensieri e le immagini più lentamente dell’Aria e quando le Sirene provavano a comunicare con i componenti delle varie Tribù, questi vedevano arrivare nel proprio spazio mentale immagini talmente rallentate che il messaggio veniva completamente distorto. Immaginate che vi si voglia parlare di un pesce. La lentezza delle onde propagate nell’acqua avrebbe allungando il pesce fino a farlo diventare un’anguilla. L’equivoco era forte!
Nel caso in cui erano gli altri a voler comunicare alle Sirene, queste venivano colpite da una profusione di scintille all’interno del proprio cervello che non riuscivano ad afferrare neanche un minimo fotogramma. Con le Fate era diverso, la loro natura profondamente immersa nella Magia, così simile a quella delle Sirene, disponeva un ponte di luce, una corsia preferenziale tra le due razze che non c’era proprio bisogno di immagini per comunicare, perché era il cuore che si connetteva all’istante.
Quel giorno, Taoshin, come al solito, andò a cercare la compagnia delle sue amiche per essere informata sugli ultimi eventi, visto che anche nel mondo subacqueo era arrivato sentore dell’imminente cambiamento planetario.
Arrivò Aifòs, la fata preferita di Taoshin, perché era la fata della Lavanda e Taoshin adorava quel profumo che occultava il suo afrore leggermente ittico.
Le due creature posero i loro cuori uno di fronte all’altro e il dialogo ebbe inizio:
“Quello che mi chiedi è vero, mia cara amica incrostata di alghe, cara creatura iridescente dai mille colori. La Regina ha intrapreso il viaggio e noi tutti dovremo prestissimo trovare un sostituto. Per ora si trova ancora tra noi fisicamente, ma la sua Coscienza è sempre impegnata nella Veglia della Creazione, per seguire il riprodursi cellulare da vicino e dare ad ogni fase di gestazione la giusta energia.
Abbiamo un battito di ciglia per trovare il sostituto e i Signori del Tempo ci stanno aiutando dalla loro dimensione. C’è una giovane che appartiene alla tribù della Regina che sarebbe adatta, ma ora che l’atmosfera nel mondo dei Grigi sta appesantendosi sempre più, anche il governo del nostro mondo è destinato a modificarsi e sicuramente sarà necessario mettere insieme un polo positivo e un polo negativo per creare una connessione maggiore e un radicamento orbitale più forte verso quel mondo.
L’intuizione è arrivata al Grande Signore del Tempo Ahau, il quale ha visto due volti di opposte fattezze unirsi e creare un’orbita perfetta – questo significa che alla giovane si unirà presto un giovane, che sembra già essersi fatto strada all’interno della Tribù. A loro starà l’ancoraggio e la sopravvivenza del nostro mondo.
Ma io non temo nulla, tutto è in divenire e noi non potremo mai scomparire perché i sogni vivranno sempre nel cuore di qualsiasi essere vivente”.
Taoshin espanse il proprio cuore ad abbracciare l’amica fata Aifòs con un caldo raggio di luce, ad esprimerle la sua essenza e presenza, la consapevolezza di quanto appena appreso e la divulgazione che avrebbe dato alla notizia nel mondo subacqueo.
Chinò il capo in cenno di saluto, al quale Aifòs rispose facendole comparire davanti un’orchidea viola e si tuffò nel Fiume Prezioso.
Nuotando verso la Grotta Profonda, che ospitava il Popolo delle Sirene, Taoshin chiamò a raccolta le sorelle e i fratelli, a cui emanò l’immagine del messaggio appena ricevuto.
L’energia del mondo di Ashtalan stava per cambiare per sempre. Il polo unico si stava sdoppiando, questo significava che il loro mondo avrebbe presto emesso uno specchio di se stesso, che avrebbe polarizzato il mondo dei Grigi dal punto opposto da cui si trovava la bolla contenente Ashtalan.
L’effetto sarebbe stato dirompente sul mondo dei Grigi, che avrebbe ricevuto due impulsi esterni contemporaneamente, opposti ma simmetrici e perfettamente complementari, e avrebbe ospitato l’energia di Luce della Regina.
Finalmente si cominciava a fare sul serio.

La visione, a osservare il fenomeno da un punto  dello spazio siderale, era di una bellezza incredibile: un’armonia di luci e di splendore, come una prolungata aurora boreale che abbracciava tutto lo spettro iridato dei colori.
La piccola bolla di luce a fianco del globo ora ingrigito, ma anticamente noto come Pianeta Azzurro, emise dal suo apice e dal suo pedice due fasce multicolori, due arcobaleni sinuosi che si mossero circumnavigando il globo da sopra a sotto e si andarono a posizionare all’estremità del pianeta opposta a quella della piccola bolla e si coagularono in un’altra forma rotonda, esteriormente ed intimamente uguale all’altra.
Si era appena generato il polo di forza complementare. 


CONTINUA

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