All’inizio fu una miriade di luci, mille punti esterni che convergevano in un
centro, compattandosi a formarne uno unico, la prima cellula madre, il Fiore
Sacro della Vita, il Segreto della Geometria Sacra della Vita, la forma
primordiale, il Centro dell’Esistenza.
Dalla prima nasceva la seconda, poi la terza, e via via,
accumulandosi una intorno all’altra, rotonde, eleganti nella loro danza di
assembramento.
I suoi occhi potevano osservare bene il loro gioco
meraviglioso, stupiti, perché la Vita crea sempre lo Stupore del Risveglio,
anche nelle coscienze più elevate.
La prima cellula cominciò a roteare su se stessa
vorticosamente, velocissima, e così facendo si espandeva in una seconda unità,
uguale in ogni caratteristica, la prima cellula figlia.
Intorno era tutto buio, un buio mai visto né sperimentato
prima, un buio che inghiottiva ogni cosa, che conteneva in sé la latenza del
Tutto ed era da quella latenza che provenivano le luci, chiamate in causa da
una Coscienza che aveva bisogno di loro per prendere una forma che la
contenesse, che fosse adeguata a contenerla. E quel buio sapiente e onnisciente
emanava un quantum di luce perfetta e ideale per quel tipo di Coscienza che lo
stava richiedendo.
Come tante creature dell’Acqua, anche la Sirena Taoshin era
nota a pochi. Se ne stava tutto il tempo sullo scoglio sotto la montagna sacra Eleirbag,
dove sapeva di poter trovare le sue amiche Fate, le uniche creature non
acquatiche a cui dava confidenza, anche per via del linguaggio – la telepatia
era diffusa anche tra le Sirene, ma le immagini erano diverse a causa della
diversità dell’elemento in cui si trovavano immerse.
L’Acqua trasportava i pensieri e le immagini più lentamente
dell’Aria e quando le Sirene provavano a comunicare con i componenti delle
varie Tribù, questi vedevano arrivare nel proprio spazio mentale immagini
talmente rallentate che il messaggio veniva completamente distorto. Immaginate che
vi si voglia parlare di un pesce. La lentezza delle onde propagate nell’acqua
avrebbe allungando il pesce fino a farlo diventare un’anguilla. L’equivoco era
forte!
Nel caso in cui erano gli altri a voler comunicare alle
Sirene, queste venivano colpite da una profusione di scintille all’interno del
proprio cervello che non riuscivano ad afferrare neanche un minimo fotogramma.
Con le Fate era diverso, la loro natura profondamente immersa nella Magia, così
simile a quella delle Sirene, disponeva un ponte di luce, una corsia
preferenziale tra le due razze che non c’era proprio bisogno di immagini per
comunicare, perché era il cuore che si connetteva all’istante.
Quel giorno, Taoshin, come al solito, andò a cercare la
compagnia delle sue amiche per essere informata sugli ultimi eventi, visto che
anche nel mondo subacqueo era arrivato sentore dell’imminente cambiamento
planetario.
Arrivò Aifòs, la fata preferita di Taoshin, perché era la
fata della Lavanda e Taoshin adorava quel profumo che occultava il suo afrore
leggermente ittico.
Le due creature posero i loro cuori uno di fronte all’altro
e il dialogo ebbe inizio:
“Quello che mi chiedi è vero, mia cara amica incrostata di
alghe, cara creatura iridescente dai mille colori. La Regina ha intrapreso il
viaggio e noi tutti dovremo prestissimo trovare un sostituto. Per ora si trova
ancora tra noi fisicamente, ma la sua Coscienza è sempre impegnata nella Veglia
della Creazione, per seguire il riprodursi cellulare da vicino e dare ad ogni
fase di gestazione la giusta energia.
Abbiamo un battito di ciglia per trovare il sostituto e i
Signori del Tempo ci stanno aiutando dalla loro dimensione. C’è una giovane che
appartiene alla tribù della Regina che sarebbe adatta, ma ora che l’atmosfera
nel mondo dei Grigi sta appesantendosi sempre più, anche il governo del nostro
mondo è destinato a modificarsi e sicuramente sarà necessario mettere insieme
un polo positivo e un polo negativo per creare una connessione maggiore e un
radicamento orbitale più forte verso quel mondo.
L’intuizione è arrivata al Grande Signore del Tempo Ahau, il
quale ha visto due volti di opposte fattezze unirsi e creare un’orbita perfetta
– questo significa che alla giovane si unirà presto un giovane, che sembra già
essersi fatto strada all’interno della Tribù. A loro starà l’ancoraggio e la
sopravvivenza del nostro mondo.
Ma io non temo nulla, tutto è in divenire e noi non potremo
mai scomparire perché i sogni vivranno sempre nel cuore di qualsiasi essere
vivente”.
Taoshin espanse il proprio cuore ad abbracciare l’amica fata
Aifòs con un caldo raggio di luce, ad esprimerle la sua essenza e presenza, la
consapevolezza di quanto appena appreso e la divulgazione che avrebbe dato alla
notizia nel mondo subacqueo.
Chinò il capo in cenno di saluto, al quale Aifòs rispose
facendole comparire davanti un’orchidea viola e si tuffò nel Fiume Prezioso.
Nuotando verso la Grotta Profonda, che ospitava il Popolo
delle Sirene, Taoshin chiamò a raccolta le sorelle e i fratelli, a cui emanò
l’immagine del messaggio appena ricevuto.
L’energia del mondo di Ashtalan stava per cambiare per
sempre. Il polo unico si stava sdoppiando, questo significava che il loro mondo
avrebbe presto emesso uno specchio di se stesso, che avrebbe polarizzato il
mondo dei Grigi dal punto opposto da cui si trovava la bolla contenente
Ashtalan.
L’effetto sarebbe stato dirompente sul mondo dei Grigi, che
avrebbe ricevuto due impulsi esterni contemporaneamente, opposti ma simmetrici
e perfettamente complementari, e avrebbe ospitato l’energia di Luce della
Regina.
Finalmente si cominciava a fare sul serio.
La visione, a osservare il fenomeno da un punto dello spazio siderale, era di una bellezza
incredibile: un’armonia di luci e di splendore, come una prolungata aurora
boreale che abbracciava tutto lo spettro iridato dei colori.
La piccola bolla di luce a fianco del globo ora ingrigito,
ma anticamente noto come Pianeta Azzurro, emise dal suo apice e dal suo pedice
due fasce multicolori, due arcobaleni sinuosi che si mossero circumnavigando il
globo da sopra a sotto e si andarono a posizionare all’estremità del pianeta
opposta a quella della piccola bolla e si coagularono in un’altra forma
rotonda, esteriormente ed intimamente uguale all’altra.
Si era appena generato il polo di forza complementare.
CONTINUA
Nessun commento:
Posta un commento