mercoledì 8 gennaio 2014

CAPITOLO 10 - L'INCONTRO SPECIALE




Nella sua abitazione Lluvia stava per andare a dormire. Era stata una giornata speciale, era riuscita a riconciliarsi con Nestore, il quale aveva dimostrato di comprendere il meccanismo malato che la propria madre metteva in atto nei suoi confronti e aveva deciso di non accettare più le sue richieste inopportune. Avevano deciso insieme che era venuto il momento di affrontare una relazione matura, che portasse ad entrambi soddisfazione e comprensione reciproca. Era successo tutto nel pomeriggio dopo il lavoro. Nestore la stava aspettando fuori dal posto di lavoro. Lluvia non si stupì di vederselo davanti, ne fu contenta intimamente e gli sorrise volentieri.
Lui allargò le braccia e lei si tuffò in quell’abbraccio di riconciliazione così rassicurante.
“Scusa, ho capito la situazione. Alla fine ieri sera ho telefonato a mia madre e le ho detto che non sarei andato perché avevo voglia di rimanere da solo. Ci è rimasta malissimo, ma le ho spiegato che alla mia età non c’è più bisogno delle lasagne della mamma. Ho cercato di usare parole gentili, per non offenderla troppo, ma avrei anche potuto baciarle i piedi, tanto non sarebbe cambiato nulla. Le ho detto che papà sarebbero stato contento di averla tutta per sé, lei e le sue lasagne. Mi ha comunque dato una risposta acida e ha chiuso il telefono. Mi dispiace molto per la sua testardaggine, ma la tua reazione ha aperto una breccia nella mia mente e ho visto il quadro dall’esterno. Grazie, anche se ci sono stato tanto male.”
Lei lo guardò molto stupita: “Accidenti! Dovevo reagire in questo modo molto prima, se questo è il risultato! Bene, hai fatto un bel passo avanti. Ieri sera ero decisa ad arrivare ad estreme conseguenze con te, se volevi continuare con quest’atteggiamento. Sul serio! Sono molto stanca di non avere attorno a me situazioni piacevoli ….”
“L’ho capito, sai. Per questo sono riuscito a fare questo salto di comprensione. Sentivo di averti spinto oltre un limite da cui forse non potevamo più tornare indietro. Ci tengo tanto a noi, a questo rapporto che abbiamo creato. Con te ritrovo un senso e riesco ad uscire dal guscio in cui mi piace tanto rifugiarmi. Non mi va di rinunciare a noi due, solo perché non riuscivo a vedere il cordone che ancora mi legava alla mia infanzia, alle aspettative di mia madre. È da un po’ che ne ero stanco, ma non me rendevo conto. Mi sentivo insoddisfatto ma non avevo messo a fuoco il motivo. In realtà più ci penso, più mi vengono in mente episodi di come mi sono messo da parte pur di far contenti i miei, soprattutto lei. Figurati che oggi mi sentivo talmente male che non ho neanche mangiato. Avevo un nodo nello stomaco, mi sentivo la testa pesante, ero uno straccio. Mi sono preso il pomeriggio libero, mi sono fatto un tè caldo e mi sono messo a letto. Quando mi sono svegliato mi sentivo un altro. Ho voglia di cominciare qualcosa di nuovo, mi sento un sacco di energia addosso, potrei iscrivermi a un corso di kick boxing o prepararmi per la maratona di New York, che ne so…”
Lluvia non credeva alle proprie orecchie e non riconosceva quell’uomo che aveva davanti, così sempre molto controllato nelle parole e nelle esternazioni emozionali. Questo era loquace e aveva un fuoco negli occhi che il solito Nestore non aveva mai mostrato.
“C’è una nuova luce in te, la percepisco bene. Credo che ti chiamerò con un nuovo nome, per festeggiarne l’apparizione. Non assomigli alla persona con cui ho parlato fino a ieri”
“Ma che dici? Un nuovo nome? Bè, può essere una cosa carina, ma che resti tra noi …”
“Ecco, adesso ti riconosco di nuovo. Senti, Nestore vecchio, sparisci! Io voglio quello nuovo di due secondi fa!”
Nestore rise di cuore e l’abbracciò più stretta. Finirono in pizzeria e poi a casa di Lluvia a fare l’amore appassionatamente, come se si fossero ritrovati dopo anni di inseguimenti infruttuosi e frustranti, ma anche con una nuova curiosità, come se non si conoscessero ancora.
Dopo l’appagamento, Lluvia guardò Nestore e gli disse: “Da oggi per me sarai Lupo, perché la luce del tuo sguardo ha la stessa magia del mitico animale, che come sai è anche il mio preferito. Io adoro il lupo perché è magnifico d’aspetto ed ha una regale dignità in sé, è solitario ma sceglie solo una compagna alla volta e ama la sua famiglia e i suoi cuccioli”
“E adesso perché mi parli di cuccioli?”
“Senti, Nestore ….”
“Ok, ok, ti faccio finire”
“Grazie. Ieri ti ho parlato di un mio sogno, anche se forse tu non ci hai dato peso. Bè, è stata un’esperienza stranissima. Mi è apparsa questa strana creatura, una bimbetta di due anni con un abitino delizioso, che però si atteggiava come un adulto, parlava come un adulto! Lei mi ha detto che io sarò coinvolta in non so bene quale missione … Non riesco a smettere di pensarci. Per questo ti parlo di cuccioli, perché l’immagine di quella bimbetta mi è rimasta impressa dentro nel cuore”
“Tu mi devi scusare, ma io a volte tendo a sminuire la tua indole sognatrice. È che per me non ha molto senso, anche se te la invidio, perché ti rende così gioiosa. Però devi ammettere che non si può dar retta a ciò che si sogna. In fondo sono proiezioni dell’inconscio …”
“Normalmente anche io penserei così, ma ti garantisco che questo era diverso. Il giardino in cui era ambientato il sogno era così reale, mi sembrava di esserci in carne ed ossa. Non so come spiegartelo, ma sentivo il profumo dei fiori, il rumore di un fiume, il tatto di quella manina … non è stato solo una proiezione del mio inconscio, anche perché, per quanto io sia sognatrice, tutto quel giardino delle meraviglie non appartiene alle mie solite immagini.
A parte questo, lasciamo stare i cuccioli, era solo per spiegarti il carattere del lupo”
“Certo, amore. Ascolta, anche se mi muore il cuore devo andarmene. Domattina devo essere in ufficio prestissimo per recuperare la mezza giornata che mi sono preso oggi”
“Va bene, non ti preoccupare. Mi dispiace per te che ti devi rivestire ed uscire, ma sai che per me non c’è problema”
“Sì, in effetti mi chiedo perché insisti a voler vivere da sola. Potremmo dividere le spese se vivessimo insieme”
“Verrò a vivere con te quando leggerò nei tuoi occhi la voglia completa di condivisione con me che non siano solo le spese di casa”
“Ok, come non detto. Ciao amore, sei stata stupenda stasera. Ti chiamo domani”
Rimasta sola Lluvia si stese nel letto e scivolò nel sonno.

A quel punto, ad Ashtalan, 70 raggi di luce d’amore emessi da ogni singolo membro del Cerchio Sacro avvolsero contemporaneamente la figura della piccola Regina, assisa nella posizione del Loto, che cominciò a sollevarsi da terra.

Lluvia si ritrovò nello posto magico che le era tanto piaciuto. Riconobbe il sentiero e cominciò ad incamminarvicisi, curiosa di scoprire cosa l’aspettava lungo la strada. Appena scesa la piccola collina, quando lo sguardo si apriva nell’interezza della Valle di Ashtalan, fu troppo stupita per credere ai propri occhi: a circa un chilometro di distanza c’era una figura maschile, innegabilmente simile a Nestore, anzi a Lupo, perché se si trovava lì non poteva che essere Lupo! La gioia fu incontenibile, gridò il suo nuovo nome e agitò il braccio in senso di saluto. Lui alzò lo sguardo. Lluvia non riusciva a distinguere i tratti, ma capì che doveva essere sorpreso quanto lei. D’istinto si corsero incontro, non riuscendo a trattenere la gioia e lo stupore di quell’incontro particolare nella dimensione del sogno. Nel momento in cui la distanza stava diminuendo, apparve davanti a loro nel mezzo del sentiero una luce accecante che piano piano si assorbì in se stessa e lasciò al suo posto un neonato di una bellezza straordinaria, bianco e rosa, due occhi dal dolce sguardo di cerbiatto e due rotonde guance paffute. Stava sdraiato sulla schiena, appoggiato su una morbida aiuola di viole mammole di un abbacinante color viola. Era seminudo, ricoperto di una copertina di pizzo bianco ed emanava un caldo bagliore, retaggio della luce appena svanita. Gli occhi erano rivolti al cielo, del suo stesso colore, vigili ed attenti, penetranti. Entrambi rallentarono e si avvicinarono cauti. Pur rendendosi conto di star sognando, Lluvia già sapeva che quello che stava vivendo era un evento speciale e si predispose ad accogliere questa esperienza con tutto il cuore. Lupo era invece immerso completamente nella fase onirica e osservava con curiosità la scena. La sua coscienza gli immetteva luce nell’anima per aiutarlo a lasciar andare le barriere oniriche e vivere con tutto se stesso quella realtà traslata. Il miracolo avvenne non appena gli occhi di Lupo furono agganciati da quelli del neonato. La profondità di quell’azzurro rosato lo penetrò nell’intimo e lui non poté resistere al richiamo. Si inginocchiò commosso e sentì come la dimensione del sogno si stesse trasformando in un’esperienza molto vicina alla veglia. La percezione che aveva delle proprie emozioni era molto chiara, come se l’atmosfera che lo circondava nutrisse una consapevolezza del nuovo sé che era appena emerso il giorno prima. Riusciva a percepirsi in una totalità sconosciuta, gli erano chiari i desideri, gli obiettivi da conseguire, ciò che poteva renderlo finalmente e veramente sereno ed in pace con se stesso.
“Questa è la felicità” pensò tra sé, “se mai di felicità potrò parlare. Questo è il momento in cui ci sono stato più vicino finora in assoluto”
 Si rese anche conto che una volta uscito da quella dimensione fantastica, quella consapevolezza sarebbe rimasta con lui, perché sentiva che gli si era incastonata dentro, sentiva un calore piacevole, di sicurezza e fiducia, all’altezza del diaframma, che rendeva il respiro fluido e profondo.
Lluvia si rese conto di quel dialogo interiore perché lo percepiva chiaramente. Erano nella dimensione della telepatia. Fu immensamente grata alla piccola creatura di questo miracolo ed afferrò la mano del suo compagno e gli si inginocchiò accanto per avvicinarsi al neonato. Entrambi si guardarono e lacrime di gioia sgorgarono dai loro occhi. La pienezza dei cuori traboccò dagli occhi e un alone di luce si sprigionò dalle loro figure, circondandoli ed inondando l’ambiente.
La vibrazione di tutta Ashtalan aumentò.
Due umani, due Grigi, avevano conosciuto ed accettato il messaggio di salvezza e di creatività, onorando lo scopo dell’esistenza di quel mondo parallelo. Questo avrebbe avuto un’onda immensa di risonanza sulla Terra, facendo svoltare un numero altissimo di altri esseri. Ashtalan avrebbe avuto il doppio della forza propulsiva e molti si sarebbero svegliati. Era un momento di alta sacralità, che sarebbe stato ricordato a lungo nelle cronache raccolte dai vecchi saggi.
Il neonato li guardò a turno, prima Lluvia e poi Lupo, e disse loro con voce armoniosa e cristallina, che ricordava una fresca cascata argentina: “Grazie per essere venuti. Speravo tanto di vedervi qui”
La sua voce era una piacevole nota musicale, ristorava la mente e calmava i cuori, così in tumulto.
Lluvia e Lupo si guardarono e capirono subito che significato potesse avere quel neonato per loro.
“Voi siete qui perché io vi ho chiamato. Ho bisogno che mi ospitiate nel vostro mondo, perché ho una missione da compiere laggiù ed ho scelto voi due come donatori cromosomici.
Siatene felici.
Insieme percorreremo una strada in discesa, costellata di felicità, se accettate la mia richiesta, ma prendersi cura di me non sarà facile all’inizio, perché dentro di me saprò cose che sono pericolose da conoscere nel vostro mondo.
Il posto in cui vivete è diventato un luogo molto inospitale per esseri come voi dotati di un’anima d’amore. Vi hanno portato a dimenticare le vostre origini, i vostri sogni, l’amore per le cose semplici e gratuite che la Natura vi regala ad ogni respiro. Questo mio mondo esiste per riportare la memoria a voi e per disperdere il grigio che avvolge le vostre preziose menti. Nessuno vi ha insegnato che la mente che possedete è uno strumento perfetto per vivere bene e non avete bisogno di alcun intermediario per acquisire serenità e fiducia, solo un dialogo diretto con il Maestro che è in voi e che vi accudisce, che è in voi e che siete voi per voi stessi. Siatene consapevoli. Questa è la mia missione, vengo per svelare questa piccola grande verità attraverso la vita che trascorrerò nel vostro spazio-tempo. Dovrete fidarvi di me, anche quando la mia età potrebbe voler dire il contrario nel vostro mondo e dovrete lasciarmi fare le mie scelte e seguirmi”


CONTINUA


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