giovedì 31 gennaio 2013

CAPITOLO 3 - LE 7 TRIBU' ASHTALIANE



Il piccolo Topinambur ringraziò telepaticamente Cram, il fungo che lo ospitava. Lo faceva sempre, perché gli era veramente grato per avergli messo a disposizione se stesso. Il fungo era ampio al suo interno, dove la temperatura era calda e umida e aiutava la pelle di Topinambur a mantenersi rilassata e rosea. In cambio Topinambur lo teneva pulito, lo lucidava, lo accarezzava e lo scaldava con il suo pensiero creativo. I Piccoli Esseri trovavano un valido supporto negli Esseri Immobili. Il piccolo Top si sedette dentro la conchiglia imbottita che era la sua seduta preferita, incrociò le gambe e chiuse gli occhi per concentrarsi. Visualizzò dapprima la Regina e poi tutti gli altri piccoli Esseri e un’assemblea che includeva tutti loro. Il messaggio era stato diramato, presto si sarebbero raccolti tutti dentro la Grotta Azzurra, ragion per cui lui vi si avviò per primo, per poter accogliere i primi arrivati. La Grotta Azzurra si trovava sotto la Grande Radura, al centro del loro villaggetto. C’era un’apertura da tana di coniglio e si accedeva ad uno spazio enorme in cui era ospitato un lago che prendeva luce da un altro buco nel terreno e che produceva lo stesso gioco di luci di un caleidoscopio.
Nel lago erano presenti un’infinità di piante acquatiche che coloravano l’acqua di tinte iridescenti. L’atmosfera era psichedelica. I Piccoli Esseri adoravano ritrovarsi lì perché quell’atmosfera nutriva la loro creatività e stimolava loro a produrre dei pensieri energeticamente perfetti. Inoltre dava loro chiarezza mentale e lucidità nelle scelte. Era perfetta per l’incontro di quella sera. Uno ad uno i Piccoli Esseri arrivarono  alla destinazione a loro indicata telepaticamente:
Futon aveva parcheggiato la propria gallina nel prato fuori dalla grotta, era molto pigro ed adorava salire in groppa all’animale e dondolarsi a ritmo cadenzato sulle soffici piume.
Tofu, con il suo cestino di provviste da cui non si separava mai, anche se compensava le proprie golosità con molto movimento fisico. Era arrivato fin lì di corsa ed era ancora ansimante.
Seitan, il mugnaio e fornaio, tanto generoso e di buon cuore, paffutello e rubicondo.
Shambala, la bella del villaggio, con le bionde trecce grosse come due funi da acrobata.
Kuala Lumpur, la donna dalla pelle d’ebano e le meravigliose labbra rosse che faceva sospirare tutti i Piccoli Esseri con il molleggiare dei fianchi abbondanti.
Indonesia, i cui occhi a mandorla incantavano le creature del bosco.
Tasmania, la strega dei Piccoli Esseri, colei che solamente posando gli occhi su una creatura poteva “vedere” lo stato energetico in cui si trovava, a volte anche il passato-presente-futuro contemporaneamente.
Oceania, colei che proteggeva le acque e i suoi abitanti da quella parte della Valle.
Infine arrivò Sumo, forte e imponente pur essendo un Piccolo Essere, custode e difensore della propria gente, soprattutto a livello energetico, considerando la totale mancanza di emotività negativa riscontrabile nella Valle.
Samarcanda, la dolce Samarcanda, saggia e antica come le stelle, si apprestò a presidiare l’assemblea volgendo lo sguardo sul suo amato Topinambur.
Ognuno prese la mano del compagno che gli o le sedeva accanto, chiusero tutti gli occhi e lessero i dettagli del pensiero del piccolo Topinambur. Alla fine si guardarono vicendevolmente negli occhi e Sumo, in quanto custode, fu il primo a prendere la parola:
“Cari fratelli e sorelle”, disse in un tono insolitamente grave per quella parte della Galassia, “se la Regina ha deciso di rispondere alla chiamata significa che così deve essere. Possiamo fidarci pienamente di lei e del suo metro di valutazione. Piuttosto creiamo una rete di luce che innalzi subito l’energia di questa Valle, in modo da stimolare un pensiero purissimo nelle menti più elevate di questo luogo.”
“Bene – disse Tasmania, in qualità di oracolo – stabiliamo il giorno più propizio a creare l’onda di luce. Dal mio conto del Sacro Tempo come Arte, direi che essendo ora il giorno della Tempesta Blu Cosmica, useremo questa giornata per purificarci come l’aria dopo la pioggia e domani, giorno del Sole Giallo Magnetico, glifo tra i segni chiari del mitico principe Pacal Votan, ci ritroveremo  alle 12 intorno alla sacra pietra scura per il innalzare il nostro pensiero.
“Trasmetterò immediatamente l’oracolo ai fratelli Cavalli Tatuati e alle sorelle Fate. Poi loro dirameranno il messaggio alle altre genti e presto il momento sarà noto a tutti.” Così aveva parlato il piccolo Topinambur detto Top, il quale subito chiuse gli occhi per richiamare alla mente il viso dell’amico Cavallo e quello della Presidentessa delle Fate per trasmettere loro l’oracolo.
Una luce chiara si innalzò dall’estremità superiore del corpo di Topinambur detto Top, crescendo sempre più verso l’alto, fin quando attraversò il soffitto roccioso della Grotta Azzurra e i Piccoli Esseri non lo videro più. Sapevano però dove stava andando quell’Energia-Pensiero, stava raggiungendo i suoi destinatari e il raggio di luce si sarebbe fisicamente propagato fino a loro con la velocità della luce.
La Tribù dei Cavalli Tatuati era composta da 5 creature di natura femminile e 5 creature di natura maschile: accanto ad Astor sedeva Aldebaran, con la Sacra Stella a 5 punte tatuata sulla fronte.
Lui era il canale di connessione con il Cielo perché la Stella era un ricettore di informazioni ad alto livello energetico. Il compito dei Cavalli all’interno di Ashatalan era quello di far radicare l’informazione galattica nella materia perché la loro forza li rendeva molto solidi, ma loro agilità e leggiadria li faceva eterei. Erano quindi le creature che più delle altre tenevano i contatti con i Signori del Tempo, per coagulare le istruzioni necessarie all’avvicinarsi dei Tempi Profetici.
Algadir – era il capo morale dei Cavalli Tatuati, colui che raccoglieva in sé secoli di evoluzione della propria razza fiera e indomita. Vegliava sui membri del gruppo ed era a lui che gli altri si rivolgevano in caso di disarmonia e squilibri.
Bucefalo – nero come la Notte e fiero come un gitano, era il capo della Parata che organizzava puntigliosamente.
Thorsten – appartenente alla razza del Grande Nord della Galassia, era arrivato ad Ashtalan per curare le proprie ferite dopo le Immense Guerre dei Spiraliani, e si era poi ben inserito nel variopinto e altero gruppo di nobili cavalli, decidendo di rimanere.
Ishtar – la cavalla pezzata che accudiva la Regina.

Angelita – la cavalla bianca con gli occhi azzurri, rarità di bellezza e dolcezza.
Negrita – sua sorella, custode del Seme della loro razza, quindi grande Ancella dei Cavalli Tatuati. Simbolo:
Durante una loro riunione, soprattutto quella presente, così solenne, veniva a formarsi  una cortina impenetrabile di luce protettiva, una luce pura, taumaturgica, che automaticamente alzava anche il livello energetico del luogo circostante. In realtà i Cavalli Tatuati, oltre ad essere i Custodi della Profezia, erano fenomenali antenne ricettive e propagatrici, co-creatrici di onde magnetiche. Il tatuaggio che tutti avevano sulla fronte era l’organo ricettore principale, il Sacro Simbolo che li distingueva e raffigurava la diversa tipologia espressiva e ricettiva di ciascuno.

I loro circoli erano speciali e di natura strettamente telepatica. Ad un osservatore esterno era evidente lo scambio, che si evinceva dall’intensità dello sguardo di chi stava emettendo il pensiero principale e si poteva chiaramente percepire la propagazione a cerchio dell’energia-pensiero, che costituiva sia una protezione che un nutrimento. Questo cerchio si compenetrò con quello emanato dai Piccoli Esseri, arricchendosi a vicenda di nuove sfumature. La colorazione dello spazio si modificava nel momento dell’incontro dei  due fasci di luce e i corpi dei Cavalli fremettero nell’incorporare le informazioni contenute in quell’Energia-Pensiero.

Sarebbero stati presenti alla Pietra Scura, il giorno dopo, all’appuntamento con le altre tribù.

La seconda derivazione del raggio emesso dai Piccoli Esseri aveva come destinazione il Popolo delle Fate. Queste creature possiedono una grazia innata, risuonano ad ogni movimento, perché la loro vibrazione è talmente alta che emette una nota di cristallo purissima elevata all’ennesima potenza. La meraviglia è che ad ogni suono si schiude un bocciolo di fiore, con il risultato che il loro rifugio è tutto una profusione di colori e profumi inenarrabile. Le Fate sono profondamente legate al mondo dei fiori, come tutte le mitologie da sempre riportano, e come tutti i miti anche questo ha una profonda radice di verità. Il fatto è che le fate e i fiori hanno la stessa matrice originaria luminosa, incarnando la stessa scomposizione della luce in colore e leggerezza e leggiadria.

In nessuna altra dimensione fate e fiori sono così intrinsecamente collegati da generare questo curioso fenomeno dell’apertura spontanea di corolle colorate. Il loro luogo di residenza si trova sopra l’altura della Pietra Verde, una gigantesca escrescenza di giada che luccica di luce propria a qualsiasi ora del giorno e della notte, come se possedesse un cuore palpitante all’unisono con le magiche creaturine che la circondano, e sicuramente è proprio così….
Grazie alla Pietra Verde e al suo irraggiamento di luce cangiante, le fate hanno la pelle di un bel colore madreperlaceo opalino, rilucente, che dà loro una sorta di bagliore, rendendole visibili anche da molto lontano.
Quel giorno le 10 fate avevano già percepito il comando di riunirsi.
Non c’è bisogno di molti segnali ad Ashtalan, una necessità come quella attuale è facilmente captabile da chi possiede sensi così acuti.  Quindi il raggio in arrivo trovò le fate già sedute in circolo e il pensiero del piccolo Top entrò in connessione simultaneamente con tutte le creaturine alate.
Le Fate spalancarono gli occhi e si guardarono l’un l’altra con determinazione. Il tempo era giunto e le Fate avrebbero giocato la loro parte.
Aifòs
Aìsa
Ècila
Annàira
Adaìg
Ainòs
Anùl
Elòs
Allèts
Erenèv
Le Fate sono fondamentali per la sussistenza stessa della Valle perché la loro energia ancora questo mondo magico a quello dei Grigi. La luce dorata che emanano, il trillo che le accompagna e gli innumerevoli fiori che sbocciano ovunque al loro passaggio possiedono una carica neutronica tale da formare degli agganci dorati alla fascia dell’atmosfera terrestre che racchiude le Emanazioni dell’energia-pensiero umana. Questa viene così nutrita e ripulita, dando speranza e gioia, aiutandola a vincere la forza di gravità che tante volte appesantisce la psiche umana, ostacolando la traiettoria dello sguardo psicofisico verso il Cielo.
C’è sempre necessità di lavorare alla densità vibratoria del nostro pianeta e quel lavoro così delicato, fragile come una ragnatela dorata, lo compiono le fate, abitando i sogni delle persone, ispirando l’arte e contattando le fertili menti ingenue dei bimbi, quando la presenza di un genitore troppo distratto non invalida il messaggio. Quindi in questo momento di passaggio il loro contributo era estremamente importante perché era necessario effettuare un lavoro di preparazione estremamente minuzioso. i Grigi dovevano essere spinti a sognare molto e soprattutto a visitare nuovi posti del sogno, dove potessero venire a contatto con le tribù della Valle e ricordare la loro luce più vera, la Scintilla Brillante. Per fare ciò, bisognava emettere un segnale globale potente, che entrasse in contatto con l’inconscio, in modo che il Plutone residente dentro ogni essere vivente ,  la sua parte più inconscia, si risvegliasse e permettesse l’apertura dell’occhio di luce.
Quello che le Fate usano è un simbolo, che fanno apparire simultaneamente nei 4 semi emisferi a livello di protosfera, e che entra immediatamente in connessione con l’amigdala, attivandola per i sogni.
Nel momento in cui il simbolo compare ripetuto nei 4 semi emisferi, il nostro inconscio reagisce immediatamente rilassandosi e lasciando andare le tensioni dovute agli intrecci e ingarbugliamenti delle varie personalità. La semplice emanazione energetica del simbolo serve già a innalzare la vibrazione dell’inconscio collettivo, quindi tutta l’operazione risulta relativamente veloce. Ad enfatizzare ed attirare l’attenzione dello sguardo umano ci pensano i coloratissimi Pappagalli, una delle altre tribù, i quali si alzano in volo in varie parti del pianeta per svegliarci dalle quotidiane occupazioni e farci agganciare lo sguardo al simbolo.
Questo è un momento unico di interazione fisica tra i nostri due mondi, che l’occhio percepisce come un fascio composto di miliardi di gocce iridescenti che si compongono in una forma mitica – l’Arcobaleno. È  attraverso quella luce fosforescente che i colori sgargianti del piumaggio dei Pappagalli si scompone e può essere percepita da noi Grigi senza creare scompensi. Certo, scompensi… come pensi che si sentirebbe un finlandese a vedere uno stormo di pappagalli volargli sopra la testa?
La tribù dei Pappagalli ha il compito di insegnare ai Grigi la leggerezza. Essi sono creature ambivalenti perché la loro natura permetteva loro di abitare i due mondi, le due realtà, il mondo eterico, creativo e libero e quello più denso e materico. Anzi, sono, tra le Tribù della Valle, quella che, proprio per questa capacità, ha il compito di abitare nel regno materico, lasciando un piccolo presidio nella Valle, come ponte di collegamento e di comunicazione.
I Pappagalli si attivano sempre nelle situazioni di estremo allarme e il loro posto preferito nella  terra dei Grigi sono i luoghi più magici, più collegati con il centro di quel pianeta che ancora pulsa vivo sotto la coltre di grigiore che i suoi abitanti vi hanno spalmato sopra con la loro densa potenza mentale. I Pappagalli hanno la capacità di connettersi con quel cuore pulsante che vibra sotto la superficie. Nei luoghi da loro abitati ci sono dei portali di ricezione che si sono mantenuti ancora relativamente puliti. La loro forza di luce riesce ad alzare ulteriormente l’energia che fuoriesce dal profondo, mantenendo elevata anche la vibrazione di tutto il pianeta.
Tutti i loro colori sono catalizzatori energetici, chi li guarda automaticamente sente il cuore battere più forte, il respiro alleggerirsi e la mente più libera. Per questo il loro compito è quello di attirare l’attenzione nel momento in cui le Fate evocano in Cielo il simbolo del Risveglio.
Il loro Capo, l’Uccello più splendente, il Maestro del Voloplanare, era Uruk, il tre volte Magnifico. Magnifico il piumaggio, magnifico il becco, maestosa l’apertura alare.
La sua amata compagna era Europa, dolce ma implacabile nel richiamare gli Esseri a se stessi, per riconoscere la propria Presenza-Essenza. Questo avviene perché la sua impronta energetica è tale da evocare  quel feedback nel cervello-elaboratore di chi osserva il coloratissimo piumaggio.
L’altra coppia della magica quaterna che teneva insieme le assi della Tribù dei Pappagalli erano Vortex e la sua compagna Bordek; la loro funzione era quella di supportare e nutrire Uruk ed Europa durante le loro missioni nel mondo dei Grigi, quando era importante mantenere alto il livello energetico e la densità dei pensieri nell’etere rendevano molto difficile farlo. Le auree dei 4 volatili magici si univano in un cuneo di luce fortissimo e sparavano brillantezza tutto intorno a miglia di distanza. Questo aumentava a dismisura la potenza dell’effetto vibrazionale sulla Visione degli spettatori.
A loro facevano da contorno altre 3 coppie di Pappagalli Magici:
Eutrek e la dolce Isa, i Pappagalli cantanti, unici nella loro specie.
Dvorak e l’orgogliosa Crimilde, i pappagalli bianco-crestati, che con la purezza del loro colore coagulavano luce ridistribuendola intorno.
Duke e la bellissima Raja, che avevano il potere di cacciare ed alleggerire la densità dei pensieri dei Grigi.
Anche la Tribù delle Farfalle faceva parte della popolazione magica della Valle.
Le Farfalle, come i Pappagalli e le Fate, erano profondamente legate all’energia dei Fiori, a quel tipo di atmosfera eterica, leggera, vivace, allegra, briosa, sognante, amorevole, accogliente, esaltante, funambolica e appagante. Esse si dividono in coppie e si chiamano:
Ashram e Ashley,
Rushmore e Casha
Nashville e Ishmal
Shaman e Eshar
Ashor e Shake
Le Fate erano intimamente legate ai Fiori, grazie al loro trillo puro e acuto che favoriva la loro apparizione; i fiori attiravano le Farfalle, le quali erano a loro volta connesse con i Pappagalli, che ne rappresentavano l’ottava superiore.
Si veniva così a creare una scala armonica che passava attraverso vari stati energetici e vibrazionali dal più eterico al più denso, che comprendeva tutto lo spettro del colore, diffondendo una nota musicale tra le più coinvolgenti, commoventi ed emozionanti.
Ora, tutto questo micro mondo era ospitato ed alimentato dalla corrente dei forti Alberi, grandi creature maestose, che con le loro radici che affondavano nel terreno, radicavano la magia che le loro foglie assorbivano dall’aria di questo luogo stupefacente, radicandola nella terra, emettevano poi a loro volta nell’aria luce pura, creatività, gioia e autorealizzazione, che era a disposizione di tutti gli esseri che vivevano in quei dintorni.
Gli Alberi di Ashtalan condensavano in sé tutta l’energia benefica, erano generosi, accoglienti, calorosi ed avevano la capacità di migliorare lo stato vibrazionale degli esseri che entravano in contatto con loro. Gli umani che avevano la possibilità di entrare ad Ashtalan attraverso i sogni venivano solitamente stesi sotto le fronde di questi alberi magnifici per curare malattie psicosomatiche anche gravi.
Molte volte erano gli abitanti di Ashtalan a chiedere agli Alberi il permesso di poter portare alcuni umani in particolari gravi condizioni per essere guariti. In questo caso gli esseri contattavano gli umani durante la fase REM e, dietro loro consenso, trasportavano il corpo del sogno nella dimensione magica di Ashtalan, dove gli umani potevano essere sottoposti a purificazione, elevazione e ristrutturazione della tonalità di energia personale. Così questi tornavano nel mondo vigile con un principio di volontà di guarigione che molte volte portava a compimento quello che era iniziato ad Ashtalan.
Gli Alberi erano disposti a cerchio in una grande radura nel centro di Ashtalan, come a voler testimoniare una centralità dell’energia che si radicava nelle viscere più profonde, come un cuore gigante che irrorava tutto il luogo, così come le arterie irrorano di sangue l’organismo, ossigenandolo. Al centro del cerchio si ergeva mastodontico e furoreggiando di colori intensi come un fuoco eterno l’Albero Padre, ATMA, colui che portava il grande respiro, circondato dai suoi fratelli:
MATHA
ATMON
ATOM
AMMAN
OMAN
MEMTA
OUHM
TMAN
Gli Alberi erano funzionali al respiro di Ashtalan, pulsavano quieti e potenti come gigantesche creature polmonati che purificavano tutta l’energia pensiero che veniva dal pianeta dei Grigi, decantavano le parti più dense, che diventavano humus per la valle, che riusciva a trasformare quelle densità in cellule strutturali. I Grigi provenivano a livello di potenza da questo luogo ed erano potenzialmente simili cellularmente a questa terra onirica.
Il livello energetico dei Grigi era molto basso e la presenza di Ashtlan e la cura che le sue creature ci mettevano nel volerli aiutare, impedivano a quel triste mondo di sprofondare nella cupezza più pesante che avrebbe portato ad una inesorabile e costante desertificazione delle terre, fino alla completa sparizione di qualsiasi forma di vita. L’inaridimento del pianeta dei Grigi avrebbe di riflesso significato la totale sparizione di Ashtalan, come un processo di graduale autoassorbimento degli spazi, come un buco nero o un autorisucchiamento verso l’interno, un’autoeliminazione, un’autocastrazione per mancanza di scopo e obiettivo.
Il grande Respiro di ATMA si propagava all’intorno, la sua espirazione veniva presa dall’albero a lui gerarchicamente inferiore e trasportato per induzione tra il cerchio delle creature. Ad ogni espirazione una nuvola dorata emanava dalle chiome, fino a diventare una nebulosa continua, senza interruzione, che si elevava al di sopra del paesaggio, contribuendo all’effetto luminoso così particolare di luce aurorea, alborea, rosa-dorata di un’alba senza fine, che rendeva speciale questo luogo, indimenticabile e chi lo aveva visitato nei sogni, come un luogo della coscienza che si può visitare quando si viaggia usando gli occhi interiori.

martedì 22 gennaio 2013

CAPITOLO 2 - ARRIVA TOPINAMBUR


Quindi ascolta cosa successe il giorno in cui…..

…. quel giorno un meraviglioso cavallo bianco attraversò la strada, era uno della tribù dei Cavalli Tatuati, sai, fanno parte della guardia della Regina. Il piccolo Topinambur detto Top, uno dei Piccoli Esseri (piccoli sì, non superano i 70 centimetri di altezza), stava andando a coccolare le sue succose carote che ancora riposavano sotto terra, con i loro bei ciuffi verde vivo slanciati verso il cielo, morbidamente scossi dalla fresca brezza del mattino, quando vide il bel cavallo bianco avanzare con passo sicuro  verso di sé. “Caro nanetto”, così si rivolse il cavallo al Piccolino, perché viste le dimensioni, quello lui era per il nobile animale. “Caro nanetto, la vita qui ad Ashtalan ha assunto un’ombra su di sé, una cosa che non si era mai vista prima, almeno non dai tempi degli Antichi Re, quando la Luce vinse la sua battaglia e la Prosperità regnò sovrana tra noi creature. Sono in missione per conto della fata Aisòf, la più pura e luminosa tra tutte le stelle, per contattare i Sommi Consiglieri. Dobbiamo  prepararci all’addio della Grande Regina. Non è ancora stata vista incarnarsi un’altra luce splendente come la sua, ergo dobbiamo decidere chi prenderà il suo posto a capo della nostra valle. Tu sai bene che deve essere una Creatura Speciale, Luce Pura Incarnata. Abbiamo bisogno di un degno sostituto.” “Sono a conoscenza di questa necessità” rispose compito il Piccolino, perché parlando con un Nobile Animale come il Bianco Cavallo era educazione rivolgerglisi adeguatamente. Esso faceva parte del gruppo di destrieri al servizio personale della Regina, che in cambio ospitava le creature nelle sontuose stalle del suo palazzo e le faceva uscire in parata per rallegrare l’atmosfera. Lo spettacolo in questo caso era frastornante per i colori sgargianti dei paramenti indossati dai partecipanti e per la musica festosa che si levava dal coro dei coniglietti rosa che seguivano i cavalli. La Regina era contenta di mettere in marcia questa gioiosa processione, perché sapeva quanto fosse importante che gli Ashtaliani mantenessero uno stato di sorriso interiore, per poter usare appropriatamente la creatività del pensiero.
Topinambur detto Top conosceva bene quel cavallo e gli disse: “Noi Piccoli sappiamo che purtroppo se la Regina ha deciso di passare la Porta non è più in grado di formulare un pensiero creativo per far nascere un’altra creatura sua pari. I Signori del Tempo non glielo permetterebbero perché non sarebbe qui ad occuparsene. Del resto, prima non le era stato possibile, perché credeva che occupandosi di Ashtalan a tempo pieno, l’educazione di una Nuova Creatura l’avrebbe distolta dal suo compito di Sostenitrice dell’Energia di Vita che alimenta il nostro luogo natio. E’ un essere molto illuminato e sa dentro di sé qual è la sua Missione. Ora sente che la sua Missione la sta chiamando lontano e lei stessa sta cercando una soluzione per non lasciare vuoto il trono. La soluzione sta nella Profezia dei Signori del Tempo, che presto dovrà essere svelata, affinché tutta la popolazione di Ashtalan concorra al suo avverarsi.”  
Sia Topinambur che il Bianco Cavallo Astor erano dei Conciliatori, i due rappresentanti della propria categoria che si radunavano in assemblea ad ogni nuova luna per fare il punto della situazione sul livello energetico della Valle.
Era importantissimo che il livello si mantenesse alto, era necessario che tutta la Valle irradiasse una precisa quantità di energia positiva per poter nutrire il mondo dei sogni dei Grigi, che altrimenti si sarebbero persi nella propria disperazione. Il monitoraggio era costante, le assemblee frequenti ed un rappresentante per ogni categoria faceva rapporto agli altri sullo stato di benessere della propria gente.
Quando Topinambur detto Top intravide Astor capì l’urgenza e l’ansia che si nascondevano dietro l’espressione calma del compagno e poiché l’ansia era pressoché sconosciuta da quella parte della Galassia, Topinambur si allarmò ancora di più. Il Piccolo avvicinò la fronte al muso del Cavallo per far coincidere  i loro occhi interiori , per dimostrare apertura e disponibilità, il saluto tipico di un Ashtaliano.
“La Regina ha deciso, alla prossima Luna Nuova attraverserà lo Specchio, ci sono due creature tra i Grigi che ne hanno bisogno e si sono già messi in contatto con lei attraverso i sogni. Dobbiamo incontrarci presto per nominare un reggente che abbia la saggezza adeguata finché uno dei nobili non riuscirà a materializzare un pensiero così puro da cui possa scaturire un altro Re.
Parlane subito con i tuoi stasera stessa. Domani dobbiamo incontrarci, manca poco al concepimento effettivo e la Regina dovrà presto mettersi in contatto costante con le coscienze dei due Grigi che l’hanno chiamata. Ha già ricevuto i doni dai Signori del Tempo, è stata accolta nella Stanza Suprema per la Cerimonia delle Consegne, come era usanza ai tempi dei grandi Re.”
“Allora è già stato tutto stabilito. Chiamerò subito la mia gente a raccolta.”
Il piccolo Topinambur detto Top si chiuse la porta di case dietro le spalle. Era affannato, uno strano ed inusuale stato d’animo per lui, o per chiunque vivesse da quella parte della Galassia.
Si guardò attorno cercando di liberare la mente dall’ansia, non era una condizione ideale per usare il pensiero creativo. La sua casa, come quella di tutti gli altri Piccoli Esseri, era un fungo. C’è questa meravigliosa osmosi tra tutti gli Esseri Viventi della Valle, ognuno si prende cura dell’altro, c’è comunanza d’intento nel rendere la vita piacevole per sé e per gli altri, c’è fratellanza, empatia e compassione perché ognuno sa che la propria felicità confina con quella degli altri. La bolla calda e soffice di gioia che ogni Essere emana, entra in contatto con quella degli altri fino a crearne una unica gigantesca che li contiene tutti e costituisce il loro mondo. Lì la gioia la si può respirare, insieme ad uno strano miscuglio di giaìs che irradiavano una luce dorata, la perfetta luce rosata dell’alba. STAY GOLD sarebbe stata perfetta come colonna sonora:
Seize upon that moment long ago
One breath away and there you will be
So young and carefree
Again you will see
That place in time so gold
Steal away into that way back when
You thought that all would last forever
But like the weather
Nothing can ever and be in time
Stay gold

But can it be
When we can see
So vividly
A memory
And yes you say
So must the day
Too, fade away
And leave a ray of sun
So gold
Life is but a twinkling of an eye
Yet filled with sorrow and compassion
though not imagined
All things that happen
Will age too old
Though gold


e questo pensiero dorato aiutava tutti gli Esseri della Valle a mantenere uno stato di grazia perenne.

martedì 15 gennaio 2013

CAPITOLO 1 - UNA STORIA PRIMA DI DORMIRE


Ora chiudi gli occhi, respira placidamente, rilassati, fai arrivare il tuo respiro fino ai piedi, senti come l’energia benefica della mente libera si espande ovunque nel tuo corpo. Ti voglio raccontare una storia, magica, che descrive come io vedo il mondo, come lo sento e lo percepisco. Quello che sto per narrare riguarda ciò che la maggior parte della gente non vede, riguarda la presenza intorno a noi di esseri magici che ci permetterebbero di vedere la vita nel suo senso più fantasioso e creativo, rendendola leggera e piacevole da trascorrere su questo pianeta.

Invece molti di noi non hanno orecchi per ascoltare né occhi per vedere oltre le apparenze della materia e così hanno perso il senso della Creazione, mettendosi al primo posto nel mondo, che credono ruoti solo intorno a loro. Ma hanno anche perso la ragione di vita e vanno avanti giorno dopo giorno con inerzia, cercando di appagare i desideri di un io deviato da ferite infantili, che non permette loro di essere felici, perché nessuno ci insegna ad esserlo, nessuno ci dice che è un nostro diritto realizzare i desideri, e soprattutto nessuno ci dice mai quanto sia facile farlo. Abbiamo uno strumento meraviglioso, posto sopra gli occhi, la Mente, che è estremamente  creativa, è ciò che ci rende simili a Dio, la nostra creatività. Infatti se non usata bene, ci crea tutte le infelicità in cui a volte siamo invischiati.

Ma ora ti racconterò come questo sia possibile, come sia facile fare come Dorothy e seguendo la strada di mattoni gialli possiamo tornare a casa, dentro il nostro cuore, dopo aver recuperato i talenti che vi sono racchiusi. Quindi chiudi gli occhi e ascolta.

Esiste un mondo ombra del nostro, che è affiancato al nostro nello spazio, invisibile ai telescopi e non percepibile con gli apparecchi elettronici umani perché è con il corpo del sogno che vi si può avere accesso e solo se dentro di te hai saputo mantenere vivi la meraviglia e lo stupore di un bimbo. Lo chiamo ombra proprio per la difficoltà di averne consapevolezza attraverso i cinque sensi canonici. È lì per mantenere un equilibrio tra noi e le nostre manchevolezze, per creare un ponte tra noi e la felicità, un ponte dei colori dell’arcobaleno. Prova ad immaginare una bolla fatta come una palla-neve, sospesa nello spazio vicino a noi, che irradia luce soffusa, una luce invitante, accogliente, calorosa, una luce rosata come quella dell’alba , foriera di chissà quali eventi straordinari, una sorpresa dietro l’altra lungo lo svolgersi della giornata. Prova ad immaginare come sarebbe vivere in questa luminosità così avvolgente, che ti apre il cuore, che diffonde onde viola arancio tutto intorno e rende dorata ogni cosa. È la luce che nutre le sinapsi del nostro cervello. E’ la dimensione in cui Le creature che abitano quel mondo respirano quell’afflato, lo vivono ogni momento e ora puoi capire come sia possibile che siano magiche; il loro cuore è sempre traboccante di gioia e lo stato gioioso è indispensabile per attirare verso di sé i miracoli. È come vedere il mondo sapendo che tutto è possibile, che 2 + 2 può fare 5, se tu lo desideri, oppure che esiste lo zucchero filato che cresce sugli alberi e basta solo allungare una mano per raccoglierlo e farsene una scorpacciata. Sono creature magiche perché mantengono vivi dentro di sé i colori più vividi esistenti in natura, e infatti tutti le cose che trovi nel loro mondo brillano di una luce interiore fortissima, che le rende splendenti, le prime volte che ci vai devi portarti un paio di occhiali da sole, per potertici abituare a poco a poco. Ma una volta che ti abitui a visitarli, perché si può andare da loro a fargli visita, sai? più avanti ti spiegherò come si fa – dicevo, una volta che ti ci abitui, allora vorresti quasi prendere la residenza in quella sorta di palla-neve magica. Però puoi anche capire che non è possibile per noi umani farlo, perché quello non è il nostro mondo.. ma è possibile fare una cosa ancora migliore, cioè portare un pezzetto di quel mondo qui, così che piano piano, ognuno di noi che lo desideri, può ricostruire un pezzo di mondo magico in questo mondo grigio e spento e ricreare quello stato primordiale di gioia e spensieratezza, leggerezza che molti di noi hanno ormai dimenticato… come si fa? Bè, è semplice, come diceva Peter Pan, abbi un pensiero felice e così potrai volare…..

Pensa a cosa ti rende felice, dipingere un cielo blu, inseguire le farfalle, metterti a testa in giù, cucinare della marmellata di fragole, raccogliere dei fiori o sognare a occhi aperti. Qualunque cosa sia, pensala e apri il cuore alla gioia e mantieni intatta quella sensazione per tutta la giornata. Ora che ti sei sintonizzato sulla giusta frequenza sei pronto per incontrarli uno ad uno, perché sono tanti sai? Sono sette tribù dai nomi altosonanti, di una lingua a noi sconosciuta lì per lì, ma poi memorizzarli è facile. Mi raccomando, tieni ben presente il tuo pensiero felice e dammi la mano… si vola! O meglio sogni d’oro!

Non esiste una gerarchia sociale vera e propria lì nel loro mondo, a cui ormai  daremo un nome… vedi, la loro lingua è molto musicale, basata sul suono sh, perché a loro piace così. Loro, la loro palla-neve la chiamano ASHTALAN, la valle del fiume Ash, potremmo tradurla. Appena ci arriviamo ti renderai conto del perché. Comunque dicevo, non esiste un vero e proprio capo, esiste un Re o una Regina, che si prende cura della valle e di tutti i suoi abitanti. In realtà non c’è bisogno di fare granché per amministrarla perché tutti gli abitanti hanno una caratteristica comune che li rende immuni dalle debolezze umane: possiedono il pensiero creativo e lo usano per qualsiasi cosa… sì, hai capito bene, qualunque cosa desiderino, la pensano e quella appare, può essere una rapa, un diamante o un cappellino nuovo con tanto di piuma di fagiano! Questo fa sì che nessuno invidi il proprio vicino o si senta frustrato, non esiste la cattiveria o la sopraffazione, perché tutto è possibile. No, non c’è anarchia, e sai perché? Ti ricordi che ti parlavo della meravigliosa luce che splende in quel luogo? Bè, in quello stato perenne di luce iridescente, un essere è portato a dare il meglio di sé, perché quella è la luce che riallaccia al colore interiore, all’Alba Dorata di una nuova era di cui si sta perennemente in attesa, come della comparsa della Nuova Gerusalemme risplendente di cui parla la Bibbia.
                    
Quell’attesa ci rende migliori, ci fa essere al massimo delle nostre potenzialità, perché sentiamo che in quello stato d’animo ci spetterà la meritata ricompensa, il paiolo d’oro in fondo all’arcobaleno. Ogni creatura di Ashtalan non può che essere felice, grata di ciò che ha, di ciò che la circonda e di ciò che attraversa la sua strada. Ma ci sono stati tempi difficili anche per loro, causati dalla necessità di aiutare noi, quelli che loro chiamano i Grigi. Proprio in questo momento che sto parlando è in atto un grande evento che coinvolge il loro mondo e il nostro. La Grande Regina, colei che sta governando Ashtalan,  ha sentito dentro di sé la chiamata alla propria missione, che consiste nel venire a nascere tra di noi, così da insegnarci attraverso le proprie azioni come risvegliare la gioia nel profondo dell’animo. Questo succede spesso, perché ogni volta che siamo testimoni di una persona con un grande talento artistico, un essere che noi definiamo genio nel suo campo, significa che ci troviamo di fronte ad una di queste creature che ha deciso di venire a vivere qui per aiutarci ad elevare la nostra vibrazione interiore attraverso la sua voce, se si tratta di un cantante, o attraverso delle immagini e l’uso dei colori, se si tratta di un pittore o di uno scultore. L’Arte è il mezzo che questi esseri usano per farci arrivare al cuore, per farci sentire il respiro di gioia primordiale.

QUESTO E' IL BLOG DEDICATO AL MIO LIBRO...



Avete voglia di una lettura insolita?
Siccome sono una creativa in continua evoluzione, sono come un vulcano in piena eruzione, ho pensato bene di usare l'opportunità che Internet mi offre per pubblicare a puntate ciò che ho già scritto di un libro che è la testimonianza di tutto il mio percorso evolutivo, la raccolta di tutte le intuizioni ed illuminazioni, sotto forma di una favola, quindi magica e fantastica.
Ho pensato che scrivere un libro sia una cosa pazzesca, perchè in un libro possiamo esattamente immaginare TUTTO CIO' CHE VOGLIAMO!
E' un'occasione unica per creare una realtà perfettamente calzante ai nostri sogni.
Mi sono detta: se voglio vivere il mio sogno, lo scriverò! Lo metterò nero su bianco, dandogli l'opportunità di nascere, crescere, svilupparsi e poi si vedrà!
Inizia un nuovo gioco!
Spero tanto che vi piaccia!
 
A presto!
Stefania Ashtalan
 
PS c'è qualche editor interessato là fuori???